L’Insegnamento Apodittico nella Tôrãh di Gesù

Gesù tra gli Apostoli; miniatura, Bibbia di Borso D'Este
11.01.2025 - #religionecattolica
Estratto dal Libro Trinoteuco tomo I,
Ia edizione 01-2024 Gedi Digital; ISBN:979-12-22802-70-1;
Capitolo VI – Le Sacre Scritture e l'archetipo del Regno di Dio - parte IV (pag. 81>84).
L'Insegnamento Apodittico nella Tôrãh di Gesù
Le Beatitudini
Gesù inizia il suo discorso ai discepoli con le Beatitudini o macarismi, dal greco μακάριοι cioè beati (in Lc. 6,24. 26 queste sono affiancate dai guai/ου̉αί). Detti autentici, di grande rilievo teologico, si ricollegano a tematiche veterotestamentarie, tra cui quella dei due eoni (i mondi del bene e del male). Presenta a discepoli e futuri Apostoli, quindi ai battezzati e convertiti, ciò che è l'anticipazione in terra del Regno di Dio nell'animo dei suoi santi. Mostrando così il suo concetto dell'esistenza per l'uomo. Le beatitudini indicano ai piccoli, ai semplici ed ai peccatori battezzati le qualità che un uomo possiederà nella pienezza dello Spirito Santo. Tale stato raggiunto sarà, appunto, l'anticipazione in terra (Signoria di Dio) del veniente Regno di Dio.
Nello stesso tempo lasciano trasparire, Gesù e la sua immagine umana e divina.
1ª beatitudine:
Mt 5.3 «Beati i poveri in spirito (Luca in 6,20 riporta solo "poveri", ma il significato anche se con qualche sfumatura è lo stesso), perché di essi è il regno dei cieli».
I poveri di spirito sono coloro che con umiltà hanno la percezione del loro peccato e di quanto il loro animo sia povero di Spirito Santo e che per questo hanno un permanente incolmabile desiderio di esso. Si ricordi la parabola dei due peccatori, che finisce così: Lc 18.14 «perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato». Gesù non è interessato alle cose del mondo. Ricchezza o povertà di cose materiali sono sullo stesso piano di povertà spirituale. Pertanto, per lui la vera ricchezza è solo quella spirituale e la vera povertà altrettanto. La povertà materiale, se non accompagnata da giusti sentimenti o, peggio, se piena di rancore, d'odio o di violenza, non può condurre al Regno di Dio. Tuttavia, va detto anche che la ricchezza di cose materiali, a causa del nostro legame a esse, riempie ed occupa spazio nel nostro cuore e nella nostra mente togliendolo a Dio. Mentre, viceversa, la povertà di esse può lasciare spazzi maggiori. San Francesco fu un esempio straordinario di ciò, il suo completo spogliarsi di tutte le cose materiali, volle essere, appunto, una scelta radicale che gli consentì di dare a Dio tutto lo spazio della sua mente e del suo cuore; richiama l'ottava beatitudine. Tuttavia, per i comuni mortali, con moglie e figli la povertà è troppo dura e altrettanto spesso può deviare da Dio.
A nessuno, neppure al tuo nemico, deve mancare il necessario!
2ª beatitudine:
Mt 5,4 «Beati gli afflitti, perché essi saranno consolati».
Anche qui quelli che soffrono, non sono semplicemente coloro che si dolgono per dolori, malattie o per la sfortuna e magari imprecano soltanto. In realtà sono quelli che si rimettono a Dio per ricevere conforto e cura nel corpo e nello spirito. Tuttavia, sono soprattutto quelli che si affliggono perché sentono con sofferenza, sin nel profondo della loro anima, quando la Giustizia Divina è calpestata, offesa o dimenticata, quando cioè vi è assenza di Dio. Costoro hanno la forza di non farsi complici, fanno da freno al male che dilaga, si fanno carico della loro Croce.
3ª beatitudine:
Mt 5,5 «Beati i miti, perché essi erediteranno la terra».
I miti sono coloro che allo schiaffo non reagiscono. Essi non sono i vigliacchi o i deboli, ma quelli che hanno il coraggio della fede nell'amore e nel perdono. Una fede così profonda da potere offrire l'altra guancia senza atteggiamento di sfida o sottomissione ma solo con lo slancio vero di un'autentica proposta di pace, che non pretende neppure scuse, che pure sarebbero giuste. I miti sono coloro che credono che violenza porta violenza, e perdono altro perdono, sono coloro che vogliono costruire la pace, ma una pace che abbia in sé la qualità dell'amore di Dio.
4ª beatitudine:
Mt 5,6 «Beati gli affamati e assetati di giustizia, perché essi saranno saziati». Luca 6,21 riporta soltanto: «Beati voi che adesso avete fame, perché sarete saziati».
Questa beatitudine si ricollega alla seconda, mostrandone l'insito tema della Giustizia. I Beati, in sostanza, soffrono nel loro intimo perché nelle opere degli uomini vedono il realizzarsi delle opere del maligno, mentre vorrebbero ardentemente che nell'animo di costoro ci fosse istaurata la Signoria di Dio. Essi operano attivamente per frenare il male e divulgare il Verbo, e con esso portare Giustizia, eguaglianza, equità, amore.
5ª beatitudine:
Mt 5,7 «Beati i misericordiosi, perché essi otterranno misericordia».
La misericordia Divina è il fondamento della nostra salvezza, senza di essa neppure il migliore tra noi potrebbe accostarsi a Dio. Se è solo in virtù della misericordia che potremo entrare nel Regno di Dio, allora essa deve essere parte di noi. Dobbiamo trovare la capacità di perdonare, di avere pietà delle miserie altrui, d'essere felici di donare, di non chiedere indietro quello che c'è sottratto, di rimettere i debiti, e tante altre cose che la misericordia ci induce di fare. La misericordia però è vera e perfetta, quando si occupa più della salvezza spirituale che di quella materiale. Essa, in sostanza, deve essere assieme al dono della remissione materiale anche testimonianza e insegnamento spirituale. Deve, attraverso di noi, arrivare agli altri come una via percorsa dalla Provvidenza Divina. Essa è dono che ci conduce a Dio, solo quando tende a condurre a Dio colui a cui la doniamo.
6ª beatitudine:
Mt 5,8 «Beati i puri di cuore, perché essi vedranno Dio».
Sono quelli che godono di tutte le beatitudini, per la mancanza d'ombre nel loro cuore. Sì, essi vedranno, perché solo la Perfezione può scrutare la Perfezione.
7ª beatitudine:
Mt 5,9 «Beati gli operatori di pace, perché essi saranno chiamati figli di Dio».
Ci si riferisce a chi opera per la pace in maniera attiva o per essa si sacrifica o sa sacrificare qualcosa. Anche qui il concetto di pace deve essere però riempito di significato. Questa, infatti, deve avere un valore aggiunto, per essere vera e duratura. Deve cioè essere una pace che costruisce Signoria di Dio. Ecco perché gli operatori di pace saranno chiamati figli di Dio.
8ª beatitudine:
Mt 5,10 «Beati i perseguitati a causa di giustizia, perché di essi è il regno dei cieli».
Sono coloro che, prodigandosi per l'affermazione della Signoria di Dio nei cuori degli uomini, saranno per questo perseguitati. Così d'altronde è sempre avvenuto per i profeti e così avverrà per lo stesso Gesù ed i suoi Apostoli. Essi, come per la prima beatitudine, poveri di proprio spirito e colmi di Spirito Divino, ne fanno proprio il progetto accettandone le estreme conseguenze.
Altre prescrizioni e ammonimenti
Concluse le Beatitudini, iniziano una serie d'ammonizioni e prescrizioni con contenuto apodittico. Questi insegnamenti sviluppano nel particolare ciò che sarà l'agire dei suoi santi in conformità ai contenuti morali delle stesse Beatitudini. Questi rimangono, tuttavia, sempre insegnamenti contenenti il precetto Divino che è norma generale di riferimento, Giustizia. Rimane quindi compito dell'uomo sviluppare la norma casuistica. Riporteremo solo quegli insegnamenti che hanno aperto maggiori discussioni e che non sono trattati in altri paragrafi:
1) L'adulterio
Mt 5,27.28 «Udiste che fu detto: Non farai adulterio. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, già ha commesso adulterio con lei nel suo cuore».
Analizzando la frase, iniziamo da: "Udiste che fu detto: ... ma io vi dico:"
Gesù come ha già chiarito in Mt.5,17.18 non abroga la precedente legge e i profeti, ma semplicemente perfeziona e completa le leggi rendendole più conformi alla Giustizia Divina.
Continuiamo soffermandoci sul concetto: "chiunque guarda una donna per desiderarla".
Si tratta di un guardare che costruisce il desiderio e al quale seguirebbe, se solo vi fosse l'opportunità, il fare. Vi è dunque di certo una differenza con lo sguardo attraversato da un attimo di desiderio, cui segue una sua retrocessione col sincero sentimento di non volerlo consumare, in obbedienza a Dio e in rispetto al proprio coniuge. Anche se dobbiamo dire che la purezza di cuore assoluta, di cui ci parla la 6a Beatitudine, indica una completa assenza del peccato, anche nel suo semplice mostrarsi in un attimo come memoria biologica, propria della nostra carnalità.
2) Il Divorzio
Mt 5,31.32 «Fu detto inoltre: "Chi ripudia la propria moglie, le dia il libello del ripudio". Ma io vi dico: Chi ripudia sua moglie, eccetto (il) caso di fornicazione, la fa divenire adultera, e chiunque si sposi una ripudiata commette adulterio». Mt 19,5.9 «e disse: "Per questo (l')uomo lascerà il padre e la madre e si unirà alla propria moglie e i due saranno una sola carne." Così che non sono più due, ma una sola carne. Dunque (ciò) che Dio congiunse uomo non separi». … «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi permise di ripudiare le vostre mogli; dall'inizio però non è stato così. Ma io vi dico che chiunque ripudia la propria moglie, (se) non per fornicazione, e sposi un'altra commette adulterio».
La questione non ha bisogno di commenti, ma ho voluto proporla per il notevole dibattito apertosi e la ovvia posizione che la Chiesa ha preso. La risposta in Marco e Luca è certamente più gesuana, perché più radicale, nel senso di apodittica. Il ritocco ingenuo al testo di Matteo evidenzia, pertanto, un'ovvia necessità umana di disciplina casuistica. Il Verbo di Dio è, però, giunto a noi perché a esso deve piegarsi il nostro sentimento del mondo e non di certo per essere vilipeso nel viceversa.
3) O Dio o Satana
Mt 6,24 «Nessuno può servire a due padroni, poiché odierà l'uno e amerà l'altro, oppure si attaccherà ad uno e disdegnerà l'altro. Non potete servire a Dio e a mammona».
Gesù qui ci dà un'indicazione precisa, non possiamo illuderci di servire due padroni, l'intera frase è un avvertimento il cui significato abbiamo già avuto modo di esprimere:
"Chi non va verso Dio va verso Satana".
Mt 7,13.14 «Entrate per la porta stretta, perché larga (è) la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta (è) la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!».
Tutto ciò che rimane al di fuori della porta stretta è la porta larga, non vi sono alternative o luoghi di mezzo, o Dio o Satana.
4) I falsi profeti
Mt 7,15.16 «Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete».
Dobbiamo sapere guardare attorno a noi, non dobbiamo dare a buon mercato la nostra fiducia, soprattutto in fatto di fede. Abbiamo il dovere, verso noi stessi e le persone che amiamo nonché verso tutti quelli a cui insegniamo anche con il nostro solo comportamento, di verificare con assoluta certezza quando dobbiamo riporre la nostra fiducia su qualcuno. Un albero buono dà buoni frutti mentre uno cattivo darà cattivi frutti, non potrà mai essere il contrario. Dobbiamo guardare, ovviamente, ai frutti spirituali, soprattutto quelli che si vedono nel tempo, per capire la qualità di chi ci sta innanzi, ma anche guardando a noi stessi per capire verso chi stiamo andando.
Claudio Gualtiero Maria Sala