L’ultimo Viaggio da Cafàrnao a Gerusalemme

Gesù insegna ad Apostoli e Discepoli, immagine da Pinterest.com
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Estratto dal Libro Trinoteuco tomo I; Ia edizione 01-2024 Gedi Digital, ISBN: 979-12-22802-70-1.
Capitolo IX – Da Cafàrnao a Gerusalemme (parte I), pag. 109>113.
L'ultimo Viaggio da Cafàrnao a Gerusalemme
Verso la Passione
Di questo viaggio, pur tracciandone l'intero itinerario e la narrazione, mi soffermerò solo nella spiegazione di quei versetti per i quali è necessario un approfondimento, e che non sono stati trattati in questo I° tomo. D'altronde la quasi totalità di questo viaggio è narrata da Luca i cui insegnamenti sono notoriamente più chiari e diretti, richiamando, come già si è detto, situazioni reali senza uso di metafore o allegorie.
Inoltre, va detto che il Vangelo di Luca testimonia l'insegnamento di Gesù, per la sua maggiore parte, proprio durante le tappe di questo viaggio.
Ultimi insegnamenti a Cafàrnao in preparazione della partenza
Dopo la Resurrezione di Lazzaro e la condanna del Sinedrio, Gesù si era
allontanato da Gerusalemme spostandosi ad Efraim dove stette per un po' con i
discepoli a riposare ed insegnare. Mc 9,30.33 ci dice che poco dopo si spostò e
attraversando la Galilea informò i discepoli, per la seconda volta, sulla
passione a cui stava andando incontro; quindi, rientrò con loro a Cafarnao.
Per via era nata tra gli Apostoli una disputa su chi di loro fosse il
più grande. Gesù giunto in casa inizia subito ad insegnare, sa che ormai il
tempo e poco e la Pasqua è vicina, allora li chiamò e dice loro: Mc 9,35-2:
«Se qualcuno vuole essere primo, sia ultimo di tutti e servo di tutti». 36Quindi,
preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e abbracciandolo disse a loro: 37«Chiunque
accoglie uno solo di questi fanciulli nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie
me, non accoglie me (solo), ma (anche) colui che mi ha inviato». Mt 18,3
e dice: «In verità vi dico: se non vi convertite e diventate come i
fanciulli, non entrate affatto nel regno dei cieli. 4Perciò
chiunque farà piccolo sé stesso come questo fanciullo, questi è il maggiore nel
regno dei cieli».
Gesù ricorda agli Apostoli che è proprio dei piccoli come dei
fanciulli non essere legati alle cose terrene materiali come la ricchezza o la
grandezza, si perché nei fanciulli è prioritaria solamente la necessità di
amare ed essere amati. Gli apostoli che si erano avvicinati a lui
capiscono che il Maestro vuole insegnare e Giovanni gli pone quindi una
domanda: Mc9,38«Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demόni
nel tuo nome e glielo abbiamo proibito, perché non era dei nostri». 39Ma
Gesù dice: «Non glielo proibite, perché nessuno c'è, infatti, che faccia un
miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me. 40Infatti
chi non è contro di noi è per noi. 41Poiché chiunque vi darà da bere
un bicchiere d'acqua nel (mio) nome perché siete di Cristo, in verità vi dico
che non perderà la sua ricompensa.
Nessuno, infatti, può fare miracoli nel
nome di Cristo se Cristo non è con lui.
Allora bisogna stare attenti, perché è inevitabile che avvengano scandali. Guai, però, a chiunque scandalizzerà o disprezzerà uno di questi piccoli (discepoli), perché sarà condannato (Mc 9,42). Infatti, il padre celeste non vuole si perda nessuno dei suoi piccoli (Mt 18, 14). Per lo stesso motivo il fratello che pecca deve essere ammonito in segreto, ma se non ascolta gli si parlerà alla presenza di due testimoni e se non dovesse ascoltare gli si parlerà innanzi all'assemblea e se non ascolta sia messo fuori dall'assemblea e diventi un estraneo: In verità vi dico: quanto legate sulla terra sarà legato in cielo e quanto sciogliete sulla terra sarà sciolto in cielo (Mt 18,15.18).
I versetti sopra citati di Marco e Matteo pongono l'accento sulla necessità che nessuno dei discepoli si perda. Tuttavia, se un discepolo dovesse dare scandalo mettendo a rischio la fede di altri discepoli allora bisognerà agire e se necessario l'assemblea lo porrà fuori da essa sancendone la non appartenenza ai fedeli in Cristo Gesù. Si tratta quindi di peccati di eresia e apostasia o che possano provocare il concretizzarsi di essi nei discepoli, o che comunque possano sviarli dalla salvezza. Si noti la differenza con la legge Mosaica del Deuteronomio che prevedeva la morte per lapidazione. La condanna a morte degli eretici da parte delle comunità cristiane era, pertanto, essa stessa un'eresia.
Lc17,3State attenti a voi stessi! Se un tuo fratello pecca, riprendilo; ma se si pente, perdonagli. 4E se pecca sette volte al giorno contro di te e sette volte ritorna da te dicendo: "Mi pento", gli perdonerai».
Qui Luca, invece, indica l'ipotesi di peccati per mancanze nei rapporti personali o parentali tra i fedeli.
A completamento dell'insegnamento appena portato Gesù espone la narrazione in Mt 18,23.35: Il re e il servo disumano, trattata a pag. 256.
In relazione al rapporto tra peccato e perdono a completamento dell'argomento si veda pp. 254>257.
Gesù attraversa la Galilea e la Samaria, nomina dei 70/due, Lc 9,51.62 a 18,1.14;
Il viaggio dalla Galilea verso la Giudea viene trattato solo da Luca nei capitoli e versetti indicati sopra.
In questa parte del viaggio, dopo il rifiuto di accoglierlo da parte dei Samaritani, Gesù nomina altri settanta[due] inviati tra i discepoli, e li manda avanti a lui nei luoghi e nelle città che avrebbe visitato lungo il suo viaggio (Lc 10,1). Gli insegnamenti, durante questo ultimo viaggio, sono simili a quelli già impartiti ai Dodici. Differentemente, però, da Matteo e Marco, gli insegnamenti in Luca sono diretti e realistici risultando di più facile comprensione per i discepoli e per le grandi folle che lo seguivano. Ovviamente risultarono più chiari anche per i suoi antagonisti più convinti, scribi e dotti farisei, rimanendo, però, per loro sempre inaccettabili.
Rispetto agli altri evangelisti, Luca evidenzia maggiormente l'assoluta necessità del pentimento, che seguita dal battesimo, deve manifestarsi nell'essere segno di contraddizione. Il che significa impostare la propria vita nel rovesciamento dei valori correnti nel mondo, abbracciando la sequela di Gesù. Alla completa conversione ed alle opere segue per importanza la preghiera di cui si parlerà qui di seguito. Inoltre, il Gesù lucano è testimoniato pieno di compassione per oppressi ed indifesi mostrandosi come il Dio della Misericordia.
La parabola del buon Samaritano, il Padre Nostro e la preghiera secondo Luca trovano durante questo viaggio la loro collocazione (Lc 9,51.62 – 10 - 11,1.13). A questi seguono i guai/οὐαὶ diretti ai farisei ed ai dottori della legge che non si convertono e battezzano e che quindi non lo seguono comportandosi diversamente dai suoi discepoli (Lc 11,37.54). Quindi, proseguendo nel suo viaggio, Gesù continua con altri insegnamenti, di cui qui darò breve cenno:
- parlare apertamente e senza bestemmiare, soprattutto contro lo Spirito Santo per la qual cosa non vi sarà perdono (Lc 12,1.12);
- non accumulare tesori perché il vero tesoro dobbiamo guadagnarlo nel Regno dei cieli e pertanto dobbiamo confidare nella Provvidenza (Lc 12,13.34);
- tenersi pronti liberi dal peccato e con fede in Gesù;
- capire i segni dei tempi per essere pronti ed invitare alla conversione (Lc12,35. 59; 13,1.9).
- il miracolo della donna curva, che sottolinea come Gesù di sabato insegnasse nelle Sinagoghe e quanto stizzoso ed ipocrita fosse il dissenso dei farisei al suo miracolo.
In Luca le giustificazioni di Gesù al suo operato sono chiare e sembra mirino maggiormente a stimolare un ragionamento che porti ad accettare il suo insegnamento, conformemente al precedente invito alla conversione (Lc 13,10.17).
- le tre parabole sul Regno, e il Lamento su Gerusalemme (Lc 13,18.35) già trattati (si veda par. pp. 77, 86).
- il miracolo di sabato dell'idropico guarito, con la tematica della violazione del sabato; la scelta dei posti e degli invitati, che esorta all'umiltà; la parabola del grande banchetto nuziale (si veda a pag. 132); il costo del discepolato, che invita a soppesare le proprie forze al fine di non intraprendere un'impresa che poi non si potrà portare a termine, cioè rinunciare a tutti i propri beni e slegarsi dalla propria famiglia per aderire a quella di Gesù (Lc 14,1.35).
-le tre parabole della misericordia (si veda a pag.97): la pecorella smarrita, la moneta perduta, il figlio prodigo (Lc 15,1.32).
-la parabola dell'amministratore infedele con i ragionamenti sulla ricchezza e sulla fedeltà. In questa parabola si pone l'accento sul fatto che quelli che sono del mondo sono più pronti a risolvere a loro vantaggio rispetto ai figli della luce che come pesci fuor d'acqua sono lenti a reagire per il loro bene. Gesù ci incita ad essere più reattivi e pronti a realizzare la Signoria di Dio. Nei ragionamenti che seguono:
E, io vi dico fatevi amici dall'ingiusta ricchezza, perché, quando verrà a mancare, vi accolgano nelle eterne tende, ….
Gesù ci invita affinché dalla ingiusta ricchezza nostra o degli altri traiamo vantaggio verso Dio compensando chi da quella ingiusta ricchezza ha avuto danno e vive in miseria. In tal modo quando quella ingiusta ricchezza scomparirà e appariranno le Tende dei Giusti lì saremo accolti. Chi è fedele nel poco lo è anche nel molto e chi è ingiusto nel poco lo è nel molto. Non si può pensare di cedere alle piccole cose pensando che poi tanto resisteremo alle grandi. (Lc 16,1.17).
-Segue il versetto Lc 16,18 sul divorzio (si veda p. pag 86), che appare decontestualizzato e maldestramente intercalato in una fase successiva a quella di stesura del testo. Infatti, crea una interruzione sull'argomento relativo alla problematica legata alla ricchezza.
-la parabola del povero Lazzaro, riprende, appunto, la problematica precedente e mette in rilievo l'incapacità dei farisei e dottori della legge a credere alle sue parole. 31Allora gli dice: "Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risorgesse dai morti sarebbero persuasi."» (Lc 16,19.31).
-Seguono altri insegnamenti sullo scandalo e sul perdono (si veda a p 254>257 ed alle pp 60, 74, 97, 114).
Gli Apostoli, allora, comprendendo quanto fosse difficile mettere in pratica i suoi insegnamenti gli chiesero di accrescere la loro fede. 6Ma il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senapa, se ordinaste a [questo] sicomoro: "Sradicati e piantati nel mare!" Allora vi obbedirebbe.
La risposta di Gesù sebbene sia un rimprovero è, tuttavia, anche un incitamento ad impegnarsi ed un incoraggiamento: in fondo basterebbe avere fede quando un granello di senapa per spostare un sicomoro dalla terra al mare (Lc 17,1.6).
- Servire con umiltà e il miracolo dei dieci lebbrosi a cui segue la dichiarazione di Gesù di essere lui il Regno di Dio in mezzo agli uomini (Lc 17,7.21).
Seguono: una parusia nella quale Gesù si manifesta come Il Figlio dell'uomo con ovvio riferimento al Profeta Daniele (Lc 17,22.37; si veda anche v. par alle pp 123, 125); La vedova importuna, che incita i discepoli a pregare sempre con insistenza Il Padre celeste che concederà loro quanto di giusto chiederanno (Lc 18,1.8); il fariseo e il pubblicano (Lc 18,9.14 si veda a pag. 257).
In queste parabole Luca pone l'accento sull'importanza di una preghiera continua ed insistente, a seguito della quale il Padre celeste non potrà che acconsentire alle richieste. In tale ottica si può sostenere che grazie alla preghiera assidua ed insistente si concretizzi talvolta una circoscritta e istantanea forma di Basilea terrestre, come per i miracoli.
Gesù attraversa la Giudea verso Gerusalemme
Mc 10,1.52; Mt 19,10.12; Mt 19,28; Mt 20,1.16; Lc18,34; Lc 19,1.28; Gv 11,55:
Infine, attraversata centralmente la Galilea e la Samaria Gesù giunse al di là del Giordano in territorio della Giudea (Mc 10,1). Questa parte di viaggio viene trattata dai sinottici con qualche differenza. Nel testo sincronico di cui al II Tomo si sono riportati i versetti indicati sopra senza ovviamente riportare i passi paralleli, anche qui procederemo in egual modo.
Gesù una volta che ebbe attraversato il Giordano giunse in Giudea, e come di solito vennero presso di lui molte folle a cui insegnava. I farisei allora mettendolo alla prova gli fecero domande sulla questione del divorzio (Mc 10,1.12 si veda par. a p 86) e ne nacque una discussione sul celibato (Mt 19,10.12).
Seguono:
- Gesù e i bambini e la parabola del ricco e la centupla dove si evidenzia la difficoltà ad abbandonare le proprie ricchezze anche per i giusti che osservano la legge e i comandamenti.
Tuttavia, dove l'uomo non può giungere, per la sua debolezza e fragilità, proprie dell'antropomorfismo, arriva in soccorso la misericordia divina.
Chi, invece, sacrifica tutto riceve già da subito per cento volte dal Padre celeste (Mc 10,13.31 et Mt 19,28).
- La parabola degli operai della vigna (Mt 20,1.16; si veda a pag. 96).
- Il III annunzio della passione (Mc 10,32.34 et Lc 18,31.34).
- la richiesta di Giacomo e Giovanni. (Mc 10,35.46-1).
In tale richiesta i due Apostoli chiedevano di potere sedere uno a destra e l'altro alla sua sinistra nel tempo della sua gloria. Gesù ovviamente rispose che ciò non gli era dato di poter decidere, e dà la seguente lezione:
Mc10,44e chi vuole tra voi essere primo sarà servo di tutti. 45E infatti, il Figlio dell'uomo, non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti.». 46-1E giunsero a Gerico.
Gesù è il loro maestro, egli sa che i suoi apostoli e discepoli sono i piccoli, il cui animo deve mantenersi come quello dei bambini a cui serve soltanto amore. Il suo richiamo è perentorio, i suoi piccoli devono bramare solo: agape, misericordia ed umiltà.
- Il passaggio a Gerico con l'incontro del ricco pubblicano Zaccheo, il quale era un esattore delle tasse arricchitosi disonestamente alle spalle dei connazionali. Zaccheo era sinceramente pentito e Gesù volle entrare nella sua casa, suscitando lo sdegno dei farisei perché entrando nella casa di un risaputo peccatore si stava contaminando. Zaccheo, però, decide di dare una metà dei suoi beni ai poveri e di rimborsare lautamente quelli che aveva frodato.
Lc19,9Gesù allora gli disse: «Oggi la salvezza è venuta in questa casa, perché anch'egli è figlio di Abramo; 10il Figlio dell'uomo, infatti, è venuto a cercare e a salvare la cosa perduta.».
Luca è semplice e diretto, vuole che tutti capiscano facilmente. È un chiaro invito al pentimento, alla conversione, che non può prescindere dal risarcire chi si è danneggiato, ricostruendo un rapporto sociale sano che può ottenere il perdono. L'evangelista evidenzia nella finale di parabola la misericordia divina che cerca e viene in soccorso proprio di coloro che trovandosi nel peccato si pentono e bramano entrare nella Basilea del Signore (Lc 19, 1.10).
- La parabola delle dieci mine, qui Luca mette in rilievo come ogni discepolo, a cui è stato affidato il compito di far rendere l'insegnamento che a ricevuto, sarà compensato secondo le anime che avrà condotto a Dio (Lc 19,11.27).
- Il miracolo di Bartimèo il cieco di Gerico (Mc 10,46-2.52). Fanno seguito due versetti che introducono l'ingresso a Gerusalemme prima della Pasqua.
La sacra festa per la quale molti dalla regione salivano a Gerusalemme per purificarsi, appunto, prima della festa (Lc19,28 e Gv11,55).
Claudio Gualtiero Maria Sala