Il 25 dicembre e la Natività

La Sacra Famiglia, Filippo Lippi, XV secolo
01.01.2025 #religionecattolica
Estratto dal libro TRINITEUCO Tomo I,
Ia edizione 01-2024 Gedi Digital. ISBN: 979-12-22802-70-1;
Libro V, Sussidi Tecnici e Storico-Scientifici (pag. 323>329).
Il 25 dicembre e la Natività
Nella parte di questo lavoro dove si è trattato della natività, abbiamo cercato di individuare il contesto storico nel quale essa si verificò, fissandolo a poco più di un anno prima della morte di Erode il Grande. In relazione ai dati storici ed astronomici che sono oggi a disposizione, tale data può esse indicata nell'anno 7 a.C., data suscettibile solo di lievissime variazioni se si considera corretto il legame dimostrato tra eventi storici ed astrali. Sulle date 7/6 > 3/2 a.C. si è d'altronde orientata la gran parte della storiografia e dell'esegesi. L'esegesi cattolica, tuttavia, si ritiene che per mancanza di fonti storiche abbia attinto il proprio orientamento dal calcolo che deriva dalle informazioni date da Luca in 3,1.2 e 3,23 che generano, come si è detto, un errore di 4/6 anni, che nel VI secolo coinvolse anche il calcolo di Dionigi il piccolo. In base a questa considerazione ed ai più recenti studi astronomici, dei quali si è ampiamente esposto, la data quasi unanimemente accettata è oggi il 7/6 a.C.
In relazione al giorno della nascita vi sono anche stati diversi orientamenti sia storici che dell'esegesi cattolica in genere. La tradizione cattolica dal II secolo d.C. indicò periodi oscillanti tra novembre - maggio, successivamente ridottisi a dicembre - marzo (Clemente di Alessandria nov. - gen.; Ippolito di Roma 25 dic. - 2 apr.; Pseudo-Cipriano 28 marzo). Mentre solo a partire dal III secolo d.C. si indicò unanimemente il 25 dicembre (Epifanio di Salamina, Sulpicio Severo, Agostino, Orosio). In proposito si segnala che il Calendario liturgico di Roma Depositio Martyrum filocaliana (336 d.C.) fissò la data nell'8o giorno alle calende di gennaio, conformandosi a quanto sostenuto da Ippolito di Roma (203-204 d.C.) che aveva indicato la data nell'8o giorno alle calende di gennaio nel 42o anno del regno di Augusto, vale a dire al 25 dic. del 2 a.C. Questa data quindi, ritenuta comunque credibile, non sembrerebbe essere stata fissata per sole esigenze di culto. D'altro canto, considerato che nel testo Biblico V.T. e N.T. non sono mai indicate date di nascita, non rimane che cercare d'individuare nelle scritture, nei documenti storici e nell'incrociarsi degli eventi le possibili coordinate temporali.
Elementi di rilievo:
1) Le date maggiormente segnalate dalla tradizione e dall'esegesi sono dicembre - marzo.
2) La festa ebraica della Dedicazione del Tempio di Gerusalemme ricorre il 25 di Kislẽw che calcolando 9/10 gg. di precessione e la pendulazione embolismica può contenere abbondantemente all'interno della sua oscillazione complessiva il 25 dicembre del nostro calendario solare-tropico. Questa festa fu istituita nel 148 anno seleucidico, vale a dire nel 164 a.C., a seguito del ripristino del sacrificio perpetuo sull'altare del Tempio di Gerusalemme, grazie alla rivolta Maccabaica. Due festività natalizie, scaturenti da elementi teologici concomitanti, la prima festeggia il Vecchio Tempio nello Spirito di Gerusalemme che era legato ad un'Israele della carne; la seconda festeggia il Nuovo Tempio nella Carne di Cristo che cercherà di legarsi ad un'Israele dello Spirito.
3) Le Chiese orientali e i rispettivi calendari bizantini festeggiano il concepimento di Giovanni al 23 settembre ed al 25 marzo quello di Gesù.
4) I documenti relativi al Calendario sincronico solare dei turni sacerdotali rivelano dati importanti, se visti alla luce di 1Cr 24,7.18 e Lc 1,5.26 e 1,56.57; le indicazioni sono:
a - Il turno di Abia che Lc 1,5 indica come della stessa classe sacerdotale di Zaccaria.
b - Sappiamo dal vangelo di Luca 1,26: "Al sesto mese (della gravidanza di Elisabetta) l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzareth, a una vergine...". Sempre Luca in 1,56.57 riporta la seguente lezione sulla permanenza di Maria presso la cugina: "Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. Per Elisabetta, intanto, si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio".
Luca, quindi, indica in maniera implicita la data di nascita del Salvatore, articolandone la concezione e la nascita in distinti momenti. Si deve interpretare correttamente Lc 1,26 al sesto mese, nel senso di cinque mesi compiuti più qualche giorno del mese successivo o sesto mese: Mesi 5 + 1>30 gg. circa di gravidanza di Elisabetta si ha l'Annunciazione a Maria; + tre mesi circa di permanenza di Maria presso Elisabetta, + i restanti gg per il compimento del tempo del parto = mesi 9 nascita del Battista. La data di nascita di Gesù va, pertanto, correttamente individuata secondo il seguente computo: 14 mesi + 1>30 gg. circa dall'annunciazione a Zaccaria. A questo periodo vanno calcolati – 10 e + 10 giorni come normale ritardo o anticipo del parto. Trovate quindi le possibili date di concepimento del Battista, avremo anche trovato le possibili date di concepimento e nascita di Gesù.
c– I turni sacerdotali di Abia nei calendari di Qumran, Frammenti 4Q320, 4Q321, 4Q328:
Turni del primo anno
- α1 α2) 4Q320 Fr. 1 Col. I,13 testo dat. paleograf. inizi I a.C. (con sincronismo lunare/ solare). Il 2 (lunedì) di Abia al 30 (lunare) nel 25 (solare) dell'ottavo.
4Q321 Fr. 1 Col, I,1 testo dat. paleograf. fine I sec. a.C. Il secondo della settimana (lunedì) in cui è di servizio Abia, il 25 del mese VIII (1giorno incognito < x > che indica- va un turno a un servizio sconosciuto). 25 Chešwan nella settimana di servizio 24 > 30 Chešwan.
Aggiungendo 14 mesi -10 + 40 gg. si ha: 15 Tebèt > 10 Adar.
Turni del secondo anno
- γ1 - γ2) 4Q321 Fr. 1 Col II,4 testo dat. Pal. fine I secolo a.C.
Il giorno di 1dwqh cade nel sabato della settimana in cui vige il servizio di Abia che è il giorno 2 del mese (ottavo). 2 Chešwan;
4Q321 Fr 2 Col II,7 testo dat. Pal. fine del I secolo a.C.
Nella settimana I del mese VIII vige il servizio di Abia.
Il 2 Chešwan è un sabato con servizio dwqh; 26 Tišhrî > 2 Chešwan. Aggiungendo 14 mesi - 10 + 40 gg. si ha: 16 Kislẽw > 12 Sebàt.
- β1 - β2) 4Q320 Fr. 4 Col. III,14;
Il quinto di Abia, la seconda Pasqua (giovedì 14 del II mese); 14 di Ijar.
4Q321 Fr. 2 Col. II,4.5 Nella settimana in cui vige il servizio di Abia cade la seconda Pasqua (giovedì 14, nella settimana 10 > 16 del II mese); 10 > 16 Ijar.
Aggiungendo 14 mesi - 10 + 40 gg. si ha 2 Tammuz > 26 Ab.
Turni del terzo anno
- δ) 4Q321 Fr. 1 Col. III,7 testo databile pal. fine I sec. a.C.
Il giorno di 1dwqh cade nel quarto (mercoledì) di Abia, il 18 di quel mese (dodicesimo); 18 Adar.
Aggiungendo 14 mesi - 10 + 40 gg. si ha: 9 Ijar > 28 Sivan.
- ε1 - ε2 - ζ) 4Q320 Fr. 4 Col. IV,7
Il terzo di Abia, la Pasqua (martedì 14 del I mese); 14 Nisan.
4Q321 Fr 2 Col II,8.9 Nella settimana in cui vige il servizio di Abia cade la Pasqua (seconda settimana del I mese); 12 > 18 Nisan.
4Q328-4Q329a Fr 1 Col. III.4 Nel III anno, le sue feste: nel terzo giorno della settimana di Abia cade la Pasqua (martedì 14 del I mese); 12 > 18 Nisan.
Aggiungendo 14 mesi - 10 + 40 g. si ha: 2 Sivan > 28 Tammuz.
- η1 - η2) 4Q320 Fr. 4 Col. IV,11, teso dat. pal. al I secolo a.C.
il quarto di Abia, il giorno del ricordo (il quarto della settimana, cioè mercoledì 1 del VII mese); 1 Tišhrî.
4Q321 Fr 2 Col. III,1; testo databile pal. al I secolo a.C.
Nella settimana 1a del mese VII vige il servizio di Abia, nella settimana cui vige il servizio
di Abia cade il giorno del ricordo (mercoledì 1 - VII mese); 29 Elul > 4 Tišhrî. Aggiungendo 14 mesi - 10 + 40 gg. si ha: 19 Chešwan > 14 Tebèt.
Turni del quarto anno
- θ) 4Q321 Fr. 2 Col. I,4.5 testo dat. paleograf. fine I sec. a.C.
Il giorno di 1dwqh nel sabato di Abia, il 21 del mese... (IX); 21 Kislẽw. Aggiungendo 14 mesi - 10 + 40 gg. si ha: 20 Sebàt > 1 Nisan.
- ι) 4Q321 Fr. 2 Col. III,5; testo databile paleograf. al I secolo a.C. Nella settimana 1a del VI mese vige il servizio di Abia; 1 > 7 Elul. Aggiungendo 14 mesi - 10 + 40 gg. si ha: 20 Tišhrî > 17 Kislẽw.
Turni del quinto e sesto anno: non riguardano il sacerdote Abia. Altri Turni: non riguardano il Sacerdote Abia.
Turni per sorteggio: essendo occasionali non rientrano nei calendari.
I Calcoli per il Calendario sacerdotale di Qumran
Questo calendario solare di epoca poco precedente a quella di Gesù è formato da otto mesi di 30 giorni e 4 di 31 per totali 364 giorni. Per le date che esso indica va considerato approssimativamente solo uno scostamento tropicale di 2 giorni in più o in meno essendo stato costantemente allineato sia al tropico che ai cicli lunari, a ragione della sacralità della coincidenza delle festività ebraiche con il giusto giorno.
Si riportano sotto le date dei turni sacerdotali rilevate da tutti i calendari di Qumran, riportando la corrispondenza col nostro calendario Gregoriano più, ovviamente, il possibile scostamento tropico di - + 2 giorni:
α) 15 Tebèt > 10 Adar = 30 Dic. > 29 Feb.
γ) 16 Kislẽw > 13 Sebàt = 01 Dic. > 29 Gen.
β) 2 Tammuz > 26 Ab = 17 Giu. > 28 Ago
δ) 9 Ijar > 28 Sivan = 24 Apr. > 15 Giu.
ε - ζ) 2 Sivan > 28 Tammuz = 17 Mag. > 15 Lug.
η) 19 Chešwan > 14 Tebèt = 14 Nov. > 31 Dic.
θ) 20 Sebàt > 1 Nisan = 4 Feb. > 19 Mar.
ι) 20 Tišhrî > 17 Kislẽw = 5 Ott. > 3 Dic.
È evidente che le date indicate alle lettere γ – η contengono perfettamente il 25 dicembre. Notiamo, inoltre, che le date riportate alle lettere α – ι si avvicinano moltissimo alla data di nostro interesse.
Ovviamente, trattandosi di calendari sacerdotali turnali annuali, trovare una sola data di interesse non sarebbe indicativo in quanto una qualsiasi altra data avremmo comunque potuto trovarla. È invece rilevante averne trovato due su otto perfette ed altre due su otto vicinissime. In buona sostanza in base a questi calendari la data del 25 Dicembre è quella di gran lunga di maggiore riferimento.
5) La testimonianza di Luca nella annunciazione a Zaccaria, descrive la cerimonia del Giorno dell'Espiazione (Yom Kippur, Lv. 16,1.34 et 23,26.27) Lc 1,8.11:
8 Avvenne che, mentre Zaccaria officiava davanti a Dio nel turno della sua classe, 9 secondo l'usanza del servizio sacerdotale (gli) toccò in sorte di entrare nella cella del Santuario del Signore per fare l'offerta dell'incenso. 10Mentre, tutta l'assemblea del popolo pregava fuori nell'ora dell'incenso. 11Allora, gli apparve un Angelo del Signore, che stava alla destra dell'ara dell'incenso.
Infatti: θυσιαστηρίου deve tradursi ara e non altare, perché è sull'ara di pietra che vanno fatti i sacrifici cioè l'offerta alla divinità. Inoltre, ναὸν deve tradursi cella del santuario o Santissimo o Santo dei Santi. L'assemblea che Luca dice pregava fuori, non è, ovviamente, fuori dal Tempio, ma bensì fuori dal Santissimo, mentre al suo interno il Sacerdote offriva l'incenso sull'ara del sacrificio, Luca ci dice infatti: mentre Zaccaria officiava davanti a Dio.
Questa ricorrenza di grandissima sacralità per gli Ebrei è fissata per il 10 di Tišhrî cioè il 23/25 di Settembre, che fissata come data di concepimento del Battista ci porta ineluttabilmente al 25 Dicembre per la nascita di nostro Signore Gesù Cristo.
È il problema di sempre, per semplificare la traduzione o il testo per renderlo di più facile interpretazione perdiamo il prezioso contenuto storico e teologico del Kerigma.
È evidente che ci troviamo di fronte al Giorno Dell'espiazione cioè lo YomKippur. L'unico giorno dell'anno in cui è consentito al sacerdote di entrare nel Santissimo o Santo dei Santi, che è un luogo all'interno del Tempio, una sacra cella, dove è presente la Divinità e i sacri rotoli; anticamente l'Arca dell'alleanza e le sacre tavole di Mosè.
Sappiamo inoltre dai turni sacerdotali di cui al punto – η - che Zaccaria era di turno per il servizio al tempio a partire da mercoledì 1 di Tišhrî per i successivi sette giorni, è evidente che il sorteggio di cui ci parla Luca fu certamente un accordo tra i sacerdoti che con il consenso di Zaccaria si stabilì che il sacerdote avendo già organizzato e seguito il Tempio nei giorni precedenti concludesse l'intera cerimonia anche nel suo ultimo giorno. Tali festività iniziavano, infatti, il giorno 1 del mese di Tišhrî che è il Giorno del Ricordo o Rosh ha Shanà che è anche il Capodanno ebraico (Levitico 23,23.25).
Questa cerimonia religiosa dura dieci giorni e si conclude il 10 di Tišhrî col Giorno dell'Espiazione o Yom-Kippur.
Trascorso il primo giorno che è quello di celebrazione memoriale i successivi otto giorni sono quelli chiamati giorni terribili/yamin nora'im cioè della meditazione sui propri peccati e di promessa di riparazione, che hanno il significato di ritorno/teshuvah cioè ritorno al piano Divino della creazione oppure la chiusura dell'accesso all'Eden. Infine, chi si è rinnovato abbracciando la teshuvah potrà partecipare al decimo giorno che come stabilito da Levitico 23,27.28: sarà il giorno dell'espiazione (Yom-Kippur); terrete una riunione sacra, vi umilierete e offrirete sacrifici consumati dal fuoco in onore del Signore. In quel giorno non farete alcun lavoro, poiché è il giorno dell'espiazione, per compiere il rito espiatorio per voi davanti al Signore vostro Dio.
È quindi evidente che l'evangelista, in perfetto stile Biblico, non dice apertamente il nome della ricorrenza religiosa, ma, velatamente ne lascia le tracce certe per i discepoli.
Conclusione
Dall'esame dei dati considerati nei punti 1 a 5 e di tutti gli elementi in essi compresi emerge che la data del 25 dicembre non può essere considerata come riferimento puramente liturgico, né tantomeno come cristianizzazione di una festa pagana come quella del sole invitto, oppure come scelta estetica di un punto di equilibrio tra solstizio d'inverno ed equinozio di primavera; ipotesi, queste ultime due, di recente sostenute entrambe dal Prof. Tommaso Federici della Pontificia Università Urbaniana in un articolo pubblicato dall'Osservatore Romano.
L'ipotesi della cristianizzazione della festa pagana del sol invictus sembra risalire al XII secolo da un commentatore anonimo di probabile origine siriaca, in glossa ad un testo di Dionigi Bar Salibi *1 (m.1171), che dimenticata per secoli è stata di recente riesumata. Questa festa pagana, secondo alcuni studiosi, anticamente si festeggiò in periodi differenti dell'anno per poi ben presto radicalizzarsi al 25 di dicembre *2. Comunque, le due feste coincisero quando la nascita di Gesù a seguito di approfondimenti esegetici cominciò ad essere indicata come ricadente in quel periodo dell'anno. Pertanto, l'esegetica cattolica poté decidere di fissare la data al 25 dicembre del calendario giuliano, nella consapevolezza di non contraddire la Verità né l'escatologia o l'insegnamento messianico.
Certo i Padri della Chiesa, ritennero di non potere fissare un giorno, come avviene per le Festività Pasquali, per le quali si è deciso di seguire il calendario lunisolare, che sposta tali date ora in basso, ora in alto nel calendario gregoriano che è invece solare/tropico. Pertanto, hanno ben fatto a scegliere una data di riferimento verso la quale convergevano le indicazioni, senza tentare di forzare le conclusioni.
Oggi, grazie alla scoperta del calendario solare di Qumran ed anche al risultato di ricerche di eminenti studiosi, a cui si aggiunge questo mio lavoro e soprattutto la corretta traduzione ed interpretazione di Luca 1,8.10 di cui al punto 5, posso affermare che la data del 25 dicembre può essere considerata storicamente e biblicamente corretta e non soltanto una data di maggiore riferimento. Infatti, tutte le indicazioni convergono in maniera stringente verso la fine del mese di dicembre.
N.B.: *1 La glossa recita: "Il Signore nacque in gennaio, nel giorno nel quale celebriamo l'Epifania, in quanto gli antichi sostenevano che la Natività e l'Epifania erano nello stesso giorno, poiché è nato e battezzato nello stesso giorno. Ancora oggi gli Armeni celebrano le due feste nello stesso giorno, a questi devono essere aggiunti i Dottori, che parlano nello stesso tempo dell'una o altra festa. La ragione per cui i Padri spostarono la solennità dal 6 gennaio al 25 dicembre, si dice essere la seguente: Era usanza dei Pagani celebrare al 25 dicembre la festa della nascita del sole. Per celebrare la ricorrenza, avevano l'usanza di accendere falò e invitare i Cristiani a prendere parte ai riti. Quando dunque i Dottori notarono che i Cristiani erano conquistati da questa usanza, decisero di celebrare la festa in quel giorno." (cit. Talley, T.J. (1986). The origins of the liturgical year, p. 101).
*2 Nel mese di ottobre: Cfr. M. R. Salzman, New Evidence for the Dating of the Calendar at Santa Maria Mag- giore in Rome, Transactions of the American Philological Association (111) 1981, pp. 215-227, a p. 221. Il 19 dicembre: Cfr. Lucio De Giovanni, Costantino e il mondo pagano: studi di politica e legislazione, M. D'Auria Editore, 1989. In agosto: Cfr. Thomas J. Talley, "The Day of His Coming", From The Origins of the Liturgical Year, Pueblo Books, Liturgical Press, Collegeville: 1986 and 1991, Part Two, §§1-6, pp. 79-103.
Claudio Gualtiero Maria Sala