Regno di Dio e Signoria di Dio

10.01.2025

Maistas Domini con i quattro Evangelisti, 
pagina miniata nella Bibbia di Carlo il Calvo in Parigi.


10.01.2025 - #religionecattolica


Estratto dal Libro Trinoteuco tomo I,
Ia edizione 01-2024 Gedi Digital;
 ISBN: 979-12-22802-70-1;
Capitolo VI – Le Sacre Scritture e l'archetipo del Regno di Dio - parte I (pag. 73>76).



Regno di Dio e Signoria di Dio


Dopo avere superato la prova delle tentazioni, Gv 2,1.12 testimonia il miracolo del vino nelle Nozze di Cana, che, svelando al mondo la natura di Gesù, fissa l'inizio della sua attività pubblica.

Gesù inizia la sua predicazione annunciando che il Regno di Dio è vicino:

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù venne in Galilea, predicando il Vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è giunto; convertitevi e credete al Vangelo» (Mc 1,14.15). Il termine Vangelo, cui diamo il significato di buona novella o anche buon annunzio trae origine dalla traduzione in tal senso dal greco εὐἀγγέλιον, parola formata da εὖ bene e ἀγγέλλω annunzio. In ebraico vi corrisponde il termine besorāh.

Inoltre, il termine viene utilizzato anche nella forma latina Euangelium/Evangelium. Questi ultimi erano proclami imperiali o per la salita al trono di un sovrano (Cicerone, Ad Attic, II, 12) e in quanto tali, rappresentavano disposizioni che affermavano il bene comune. Con la ripresa di questo termine, probabilmente si volle dare a ciò una risposta, indicando nel Vangelo di Gesù l'unico e vero luogo dove risiedesse la vera buona notizia e la salvezza per l'intero genere umano. La frase "Il tempo è compiuto" ci pone di fronte alla certezza che non vi è altro tempo da attendere, da quell'istante il tempo è il presente per ognuno di noi. Nel tempo della nostra esistenza, ogni cosa si compie.

Il senso è questo:

Gesù, non era ancora morto sulla Croce, quindi, doveva ancora scendere negli inferi a completare l'azione di riscattato e liberazione dal peccato originale; tuttavia, sapeva che la Croce era nel suo futuro certo, avendola preaccolta con il battesimo. Pertanto, già da quel momento l'attesa è rappresentata dal tempo della nostra esistenza, da vivere come tempo della prova. Ecco perché per l'umanità "Il tempo è compiuto".

Mentre, il "Regno di Dio è vicino" giacché le porte del Regno, dalla sua morte saranno valicabili per l'uomo, che attraversando anch'egli la morte potrà in un indeterminato momento accedervi. D'altronde allontanarsi dalla Bibbia, per definire il concetto del quando, nel senso d'individuazione temporale di un preciso momento non approderebbe a nulla. Infatti, non possiamo mettere in rapporto il tempo presente, per quanto esso possa sembrarci lungo o breve, con il tempo eterno del Regno, che racchiude in sé il passato, il presente e il futuro in una forma e modalità che non possiamo comprendere. In questo senso, infatti, alcune traduzioni della Bibbia riportano il Regno di Dio è giunto anziché è vicino.

Sul Regno di Dio sì è molto discusso e scritto, ci si chiede se esso sia solo Regno dei Cieli o se si debba intendere come già presente sulla terra e in quali termini e con quali limiti.

Le teorie che si sono sviluppate anche in ambito ecclesiastico sono tante e farraginose, non è nostro compito in questo testo esaminarle approfonditamente tutte, ne daremo pertanto una breve esposizione delle più seguite:

- Un'idea Cristocentrica, risalente al teologo Alessandrino Origene 185-253 e.c., vede Gesù come il Regno in persona, che quindi non sarebbe uno spazio od un qual cosa a sé stante, ma lui stesso, in quanto Dio in mezzo agli uomini.

- Sempre da Origene deriva un'altra linea interpretativa, che vede il Regno di Dio sostanzialmente posto nell'interiorità dell'uomo come Signoria di Dio.

- Un'altra interpretazione, che potremmo definire come Ecclesiocentrica, vede Il Regno di Dio nella Chiesa e nel suo agire nel mondo.

- In periodo recente, il teologo e medico missionario tedesco Schweitzer Albert, pastore protestante a Strasburgo 1875-1965, si riavvicina ad un'interpretazione Escatologica delle scritture. Egli definisce il Regno come qualcosa a sé stante, che verrà all'improvviso e che a breve determinerà la fine del mondo attuale, interpretando in tal modo l'annuncio della sua vicinanza fatto da Gesù.

- Un'interpretazione più recente, vede il Regno di Dio come qualcosa che l'uomo deve realizzare sulla terra, attraverso la cooperazione tra gli uomini e tra le religioni, passando al Regnocentrismo. Infatti, sostengono questi teologi, le religioni e le diverse forme di divinità creano separazione; pertanto, le religioni non dovranno più fare evangelizzazione, a tutte deve essere riconosciuto un potere salvifico.

Presentate, anche se solo indicativamente, queste diverse tendenze di pensiero, possiamo ora cercare di definire con coerenza alle scritture, e nei limiti propri del nostro essere uomini, che cosa è, e dov'è il Regno di Dio. Quando, con la Bibbia fra le mani, siamo innanzi a qualcosa di apparentemente indecifrabile, ricordiamoci di questo interessante detto:

Mt 11,25.26 In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, ché hai nascosto queste cose ai dotti ed a(gli) intelligenti e le hai rivelate a(i) piccoli. Sì, o Padre, perché così è gradito innanzi a te.».

Allora, con semplicità e coerenza alle scritture, accogliamo l'annunzio di Gesù. Egli ci parla di resurrezione e di vita eterna, pertanto il Regno di cui parla non può essere di questo mondo: Lc 22,18 «poiché vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non verrà il regno di Dio»; in greco: «λέγω γαρ ὑμῖν, [ὅτι] οὐ μὴ πίω ἀπὸ τοῦ νῦν ἀπὸ τοῦ γενήματος τῆς ἀμπέλου, ̉ἕως οὗ ἡ βασιλεία τοῦ Θεοῦ ἔλθῃ» (anche questo un autentico detto di Gesù testimoniato anche da Marco in 14,25).

Il Regno rappresenta, quindi, l'instaurazione istantanea di un nuovo creato, d'esclusiva creazione divina, dove i valori propri di Dio sorreggono quell'universo in assenza delle forze del male. A quel Regno si accede attraverso il mondo attuale o del presente, semplicemente accogliendo il Verbo di Dio nel nostro cuore e nella nostra mente, fondandovi in essi, e solo in essi, quella che è la Signoria di Dio. Dobbiamo dunque accettare il modo di essere del Regno di Dio nel nostro cuore, anticipando così l'appartenenza ad esso qui su questo mondo, nel senso di adesione, e non certo d'una sua concretizzazione. La Signoria di Dio deve, tuttavia, esserci concessa, da soli non possiamo ottenerla, essa è una forma di perfezione che non è propria dell'uomo. Utilizzando la potente ed efficace terminologia Paolina, e il suo insegnamento (Rm cc. 1 a 8), sintetizziamo nel seguente modo: Quando abbiamo la grazia/χάρις, attraverso la quale Dio ci ha chiamati/ἐκάλεσεν, illuminati da essa e nel libero arbitrio, decidiamo di accogliere o rifiutare il suo amore, ossia la fede/πίστις attraverso la quale noi lo troviamo.

Allora, vestendoci d'umiltà e cercando di operare nel bene, con desiderio d'amore e giustizia, rendendoci conto della nostra insufficienza, dobbiamo pregare filialmente Dio, perché ci invii lo Spirito/πνεῦμα. Esso ci aiuterà a superare le prove della legge/νόμος e della carne/σαρκ e del peccato/ἁμαρτία al fine di raggiungere lo stato di grazia di uomo giusto, nuovo che è la Signoria di Dio, vale a dire giustificazione/δικαίωσις. Infine, quelli che sono stati giustificati saranno anche glorificati/ἐδόξασεν, cioè saranno introdotti nel Regno di Dio.

Possiamo dunque dire che il Regno di Dio si realizza attraverso un atto donatorio di origine Divina χάρις che incontra un atto d'accettazione di origine umana πίστις. Regno e Signoria, sono due termini così strettamente collegati che l'uno non avrebbe significato senza l'altro. Per accedere al Regno di Dio dobbiamo seguire Gesù, non distogliere lo sguardo da lui, non smarrire la direzione:

Gv 10.9 «Io sono la porta: Se qualcuno entra attraverso di me sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo».

Mt 10,39 «Chi avrà trovato per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà». Mt 18,3.4 e disse: «In verità vi dico: se non vi convertirete e diventerete come i fanciulli, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo fanciullo, questo è il più grande nel regno dei cieli».

Tre detti straordinari, che esprimono il senso dell'esistenza che Gesù aveva e che ci trasmette, invitandoci a farlo nostro. Tutte le altre teorie ci portano lontano dalla Bibbia. Se ripensiamo alle tentazioni ci accorgiamo che tutte tendono a radicare nel cuore dell'uomo il mondo, impedendo, così, che vi si instauri la Signoria di Dio. Questa, invece, dobbiamo cercare di sviluppare in altri cuori e altre menti attraverso la diffusione del Verbo e delle opere a esso coerenti.

Nello stesso tempo, però, in quanto Dio, Gesù realizzava il Regno in quel luogo e in quell'istante, solo in quel luogo e in quell'istante del suo permanervi (Lc 11, 20 e Mt.12,28 – si veda il paragrafo sui miracoli). Così sarà anche per i santi di Dio.

Le parabole del Regno in Matteo: 13,31.33 et 13,44.50.

Mettono in evidenza la determinante azione dell'uomo nel far lievitare la parola per raccogliere poi tante anime che abiteranno al riparo del grande albero di senapa che è l'Ecclesia / Assemblea dei fedeli. Poi, dopo l'abbondante pescato i pescatori getteranno il pesce cattivo e tratterranno il buono:

ciò che l'Ecclesia avrà legato o sciolto in terra lo sarà anche nei cieli (Mt 16,19).

Il Regno di Dio è uno scrigno pieno di cose preziose o una perla, chi l'ha visto e ne ha compreso l'immenso valore cede tutto ciò che ha in cambio di esso. Infine, verranno gli Angeli, chi avrà perseverato nella Basilea entrerà nel Regno di Dio, quelli fuori finiranno nella fornace ardente.


Claudio Gualtiero Maria Sala