METAREALISMO - Presentazione critica opere

Claudio Gualtiero Maria Sala

METAREALISMO - 

Edizioni Kepos - ISBN-13: 978-0001295131


Critica: 

Prof. Giacomo Bonagiuso, docente di Filosofia università di Palermo, editore Kepos;

Prof. Nuccio Mula, critico d'arte;

Prof. Gregorio Napoli, critico cinematografico ed esperto d'arte.

Abstracts:

Prof.ssa Marilena Renda, critico d'arte e letterario, linguista.

Opere:

Claudio Sala, alias Claudio Gualtiero Maria Sala

Pagine 64



Dal Ciclo: Africa


Presentazione dell'autore


Nel Ciclo Africa le figure riemergono nella memoria anche da un profondo ed analitico studio di usi e costumi etnologici ed ambientali della zona Tanzania-Kenya e quindi del Serengeti. Ho, tuttavia, utilizzato colori molto forti che ovviamente sono parecchio lontani dalle preponderanti ocre africane. In sostanza la mia Africa, come la stessa critica ha osservato, è una sorta di viaggio di andata e ritorno, un mezzo, uno strumento per ricordarci l'emozione che provoca la straordinaria bellezza del nostro pianeta, una bellezza che va scomparendo, purtroppo. La necessità di dipingerla in tal modo nasce quindi dal desiderio e dall'emozione di ritrovare antichi valori che spingano l'uomo a rivedere e modificare i comportamenti che stanno distruggendo la Terra.

Penso che troppe persone oggi non abbiano calpestato un terreno appena arato, e molte di più sono quelle mai entrate in un orto. Troppa televisione, troppo Web, troppo mondo virtuale che distoglie da quello reale.

Ecco, la mia Africa è un richiamo alla vita vera, reale e naturale, una richiesta gridata dal colore e dal corteggiamento alla perfezione e bellezza del disegno e delle forme, esaltata dai piccoli tocchi di colore, come il blu sul nero per aumentare la velocità di vibrazione dei colori che tornano verso il nostro occhio molto luminosi, come vistosamente meglio si nota sul dipinto Il Leone.

In molti quadri, ed in maniera molto evidente in Creazione detta anche Bruma in Kenya e in la Zebra e Danza Masai della pioggia vi sono, poi, tocchi di colore che si richiamano e rimandano in ridondanze spazialmente costruite all'interno della progressione prospettica sia geometrica che atmosferica. Questi tocchi di colore decisi hanno il compito di suggerire una forma di comunicazione tra tutte le creature, che nel riconoscersi e comunicarsi realizzano la loro esistenza nel mondo oggettivo o della comunicazione. L'insieme delle creature e di questo continuo e straordinario riconoscersi e testimoniarsi rivela l'onniscienza ed onnipotenza del soggetto creante, Dio.

L'Africa non è una contraddizione o una deviazione dal Metarealismo, esso infatti non elimina l'oggetto, semplicemente vi antepone l'emozione che diviene il soggetto principale della composizione. Le tecniche e le scelte estetiche, pertanto, sono sempre diverse perché subordinate all'emozione a cui si piegano.

La mia Africa è dunque una rappresentazione metaforica dell'emozione che manifesta la necessità di salvare la bellezza del nostro pianeta, riportando le nostre azioni all'interno del piano creativo.


Claudio Gualtiero Maria Sala




Eros Masai - 120,5x70,5 acrilico su mestica e iuta (2001)

In catalogo

Nel ciclo Africa, Eros Masai enuncia metaforicamente che la nudità non può essere di per sé un peccato, né tantomeno la sensualità pudica che la coppia esprime in maniera naturale. 

Le figure, leggermente stilizzate, attraversano il tempo come da esso scaturenti tra graffiti ed orme per attrarci dentro il dipinto e ricondurci nella magnificenza di un pianeta straordinario.


Claudio Gualtiero Maria Sala




Bruma in Kenya, Creazione - 100,5x70,5 acrilico su mestica e iuta - (2000)

In catalogo


Presentazione Dell'Autore

Nel ciclo Africa, Bruma in Kenya sottolinea la bellezza della natura selvaggia legandone allegoricamente origine e senso alla Creazione: ogni creatura comunica la propria esistenza, il creato la gloria di Dio. 

Nulla esiste se non può prima essere percepito, quindi compreso e poi comunicato.

Lo spazio è costruito secondo uno schema utilizzato da Masaccio, mentre il contorno che chiude le figure, come da Giotto, esprime interiorità e trasformando inoltre le masse in volumi conferisce leggerezza, assecondando la percezione dell'aerea comunicazione tra le creature.


Claudio Gualtiero Maria Sala




La Zebra, Creazione - 100,5x70,5 acrilico su mestica e iuta (1998)

Collezione privata - Mostra Permanente Palazzo Ducale, Città di Gela

Presentazione Dell'Autore

Nel ciclo Africa, La Zebra ha lo stesso tema e gli stessi contenuti della Creazione di Bruma in Kenya, il tema della comunicazione tra le creature è qui, però, lasciato al tratto ad L, una delle caratteristiche tecniche del Metarealismo.


Claudio Gualtiero Maria Sala




Vita nella tribù - 120x80, olio su tela (1985)

Collezione privata

Presentazione Dell'Autore

Nel ciclo Africa, Vita nella tribù è un ricordo di primordiali grotte del Magreb ed altre nel mondo che riecheggiarono oniricamente nella mia mente, non fissi su una parete o una roccia ma fluttuanti eteree come in una danza. 

La componente onirica del Metarealismo non sempre è completamente chiara, anzi talvolta alcuni elementi inconsci rimangono per lungo tempo senza spiegazione.


Claudio Gualtiero Maria Sala



Masai - 70x100, olio su tela (1985)

In catalogo


Presentazione Dell'Autore

Nel  ciclo Africa, Masai esprime l'ineluttabilità ma anche la speranza di ritrovare ciò che si è perduto.

Per tanto tempo sono stato affascinato dall'arte africana ed in verità lo sono ancora. In quel periodo non potei fare a meno di acquistare alcuni oggetti, tra cui le statuette lignee di questi due guerrieri Masai. Li guardavo e riguardavo, apprezzando quel loro sintetismo espressivo e caratterizzato.

Mi resi conto che lei esprimeva un senso di attesa rassegnata e malinconica. Lui, il guerriero, era lì, lancia in pugno e ancora difeso dallo scudo ed indubbiamente era lui l'atteso, un uomo stanco ma fiero che ritorna a casa, dalla sua donna. Tuttavia, le armi in pugno dell'uomo e la malinconia della donna suggeriscono che il ritorno in realtà è solo una breve visita, l'uomo, il marito si piegherà al dovere del soldato e dovrà tornare sul campo di battaglia, la da dove era venuto.

Immaginai la coppia immersa in un'atmosfera africana infuocata, dove il sole abbandonato lo zenit era, invece, pur esso immerso al di qua d'una linea d'orizzonte che lancia la mente verso l'infinito. Nel quadro le ombre si allargano, e non solo perché il sole non è allo zenit. Esse segnano un percorso e un decentrato punto di vista cosicché tra le figure si crea una sorta di "corridoio" che attraversa tangenzialmente il dipinto, incrociando le linee del ritmo prospettico.

Uno spazio fisicamente impercorribile divide, dunque, le due figure, metafora del senso d'impotenza dell'uomo contro l'ineluttabile. Sentimenti che uniscono e che dividono, l'amore e l'odio, la pace e la guerra, spingono vicine e allontanano le due figure, l'intera umanità.

Questo dipinto, come anche Vita nella Tribù che più apparterrebbero  al Ciclo Classico, come anche L'Ospitalità, aprirono la strada al successivo Ciclo Dell'Africa.


Claudio Gualtiero Maria Sala




Danza Masai della pioggia - 150,5x120,5 acrilico su mestica e iuta (1999)

In catalogo

Presentazione Dell'Autore

Nel ciclo Africa, Danza Masai della pioggia rappresenta la speranza riposta in un'ancestrale divinità necessaria. Al pericolo drammatico della siccità e successiva carestia l'uomo oppone il muro propiziatorio della sua fede verso il divino, da cui ritiene che tutto provenga. 

Le figure riemerse nella memoria scarnificate della loro reale fisicità compaiono semplificate e stilizzate, ma perfettamente aderenti al costume storico dei Masai. Esse danzano in sintonia con la Creazione legandosi con uno spazio che asseconda e segue il ritmo grazie anche al destrutturante segno ad L, caratteristica tecnica del Metarealismo, che qui ridonda il ritmo della danza nello spazio prospettico.

Quest'opera assieme a Guerriero Masai e Madre Masai formano una triade legata da un'unica spinta Metarealistica che li lega strettamente. 


Claudio Gualtiero Maria Sala





Guerriero Masai - 70,5x100,5 acrilico su mestica e iuta (1999)

In catalogo

Presentazione Dell'Autore

Nel ciclo Africa, Guerriero Masai è un tributo dovuto a questa straordinaria tribù.

Come per tutto il Ciclo Africa le figure, sotto la spinta emotiva dell'amore per la natura e dell'assoluta necessità ti proteggerla, riemergono dalla memoria anche da un profondo ed analitico studio di usi e costumi etnologici ed ambientali della zona Tanzania-Kenya e quindi del Serengeti, dove i famosi e coraggiosi Masai vivono. 

Quest'opera assieme a Danza Masai della pioggia e Madre Masai formano una triade legata da un'unica spinta Metarealistica (emozionale ed intellettuale) che li lega strettamente. 


Claudio Gualtiero Maria Sala




Madre Masai - 70,5x100,5 acrilico su mestica e iuta (1999)

In catalogo

Presentazione Dell'Autore

Nel ciclo Africa ed all'interno della triade dedicata alle Tribù Masai, Madre Masai evidenzia la straordinaria figura della donna e la sua maternità che con coraggio e determinazione porta avanti sebbene le grandi difficoltà. Come nel costume africano anche le donne Masai portano sulle spalle il proprio bambino spesso sorretto da stoffe e legacci. 

La natura e spesso dura, tuttavia, essa da e permette la vita, non dobbiamo dimenticarlo mentre cerchiamo di piegarla ai nostri desideri. 


Claudio Gualtiero Maria Sala




Rino che corre - 50,5x70,5 acrilico su mestica e iuta (2000)

In catalogo

Presentazione Dell'Autore

Nel ciclo Africa, Rino che corre allude ad una scena di caccia dove la preda è l'irascibile e veloce rinoceronte nero. La tecnica usata dai cacciatori era quella di costringere la preda in un passaggio obbligato dove con un attacco rapido e preciso avrebbero tagliato il tendine di una delle gambe posteriori dell'animale che sarebbe crollato inerme a terra. I guerrieri Masai schierati riaffiorano nella memoria da antichi graffiti. Tutto fluttua nella memoria visiva senza prospettiva e senza collocazione in un luogo. Impronte e tratto ad "L" destrutturano lo spazio impedendo all'occhio una ricostruzione prospettica in profondità costringendolo ad una giocosa danza tra timbrico e tonale.


Claudio Gualtiero Maria Sala




Impronte - 70,5x100,5 acrilico su mestica e iuta (2000)

Collezione privata

Presentazione Dell'Autore

Nel ciclo Africa, Impronte racchiude un insieme di immagini oniriche richiamate dalla memoria ed affollatesi in un'unica visione nella loro esigenza di venir fuori, esistere.

Il fondo è reso in modo timbrico, così anche alcune figure, altre invece mostrano una leggerissima tonalità, anche qui come in Rino che corre tutto fluttua nella memoria visiva in una sorta di tensione tra timbrico e tonale, però, a sottolineare la ricerca intellettiva ed emotiva degli elementi. 


Claudio Gualtiero Maria Sala




Due Arcieri - 50,5x30,5 acrilico su mestica e iuta (2001)

Collezione privata

Presentazione Dell'autore

Nel ciclo Africa, Due arcieri presenta una cruenta scena del pasto di un Leone accompagnata da antichi ed inquietanti graffiti che mostrano l'aspetto oscuro di una natura talvolta ostile. 

Bene e male, gli eoni che si oppongono sin dalle origini del mondo costringono l'uomo ad organizzarsi in gruppi, tribù, città, società.

Non siamo, però, riusciti a controllare l'eone malvagio che ci siamo portati dentro le nostre vite e le nostre organizzazioni.

Il concetto è stato ulteriormente elaborato e chiarito nel 2005 in Rientro al villaggio, fuori dall'eden nel mondo degli eoni.



Claudio Gualtiero Maria Sala





Gazzella - 70,5x50,5 acrilico su mestica e iuta (2001)

In catalogo

Presentazione Dell'Autore

Nel ciclo Africa, Gazzella è una scena di caccia. Qui è evidente e corteggiato il legame onirico con gli antichissimi graffiti nelle grotte del Magreb ed altre simili in Africa. 

Immagini oniriche non perfettamente decifrabili messe insieme dalla componente inconscia della nostra memoria. La Gazzella non è la preda, questo è chiaro. 

Il dardo sembra destinato ad uscire dal piano di lesina, forse per colpirci al cuore come scoccato da Cupido? Oppure come in un avvertimento premonitore, alludendo ad una natura oltraggiata e violentata che reagirà in maniera risolutiva?


Claudio Gualtiero Maria Sala




Tre Mani - 70,5x50,5 acrilico su mestica e iuta (2001)

In catalogo

Presentazione Dell'Autore

Nel ciclo Africa, Tre mani è un insieme di temi poi ripresi e rivisitati singolarmente. 

Come in Gazzella è evidente il legame ed il richiamo onirico ad antichi graffiti.


Claudio Gualtiero Maria Sala




Giraffa - 120,5x70,5 acrilico su mestica e iuta (2001)

In catalogo

Presentazione Dell'Autore

Nel ciclo Africa, Giraffa è una scena non priva di una certa tensione; la giraffa ed un cacciatore Masai si osservano a vicenda. La straordinaria bellezza della natura riaffiora oniricamente guidata dai nostri ricordi e dalle nostre percezioni ed emozioni per ricordarci di amarla e rispettarla, così come in tutto il ciclo Africa. Il tratto ad L, uno dei segni tecnici del Metarealismo, qui destruttura lo spazio e lo sottolinea come ricostruzione onirica in cui il dinamismo è interiore.


Claudio Gualtiero Maria Sala




Gazzella che fugge - 120,5x70,5 acrilico su mestica e iuta (2001)

In catalogo

Presentazione Dell'Autore

Nel ciclo Africa, Gazzella che fugge propone una scena di caccia dove due ghepardi avvistano una gazzella che però sfugge al loro agguato. Involontariamente la presenza dei due predatori rende vano anche l'appostamento del cacciatore Masai.  Anche in questo dipinto la straordinaria bellezza della natura riaffiora oniricamente guidata dai nostri ricordi e dalle nostre percezioni ed emozioni per ricordarci di amarla e rispettarla, e così come in tutto il ciclo Africa ci invita ad entrare nello spazio rappresentato. Il tratto ad L, uno dei segni tecnici del Metarealismo, qui destruttura lo spazio e lo sottolinea come ricostruzione onirica in cui il dinamismo coincide con lo svolgersi degli eventi.


Claudio Gualtiero Maria Sala




Rino - 70,5x80,5 acrilico su mestica e iuta (2001)

Collezione privata

Presentazione Dell'Autore

Nel ciclo Africa, Rino si ricollega oniricamente al concetto della Creazione. 

L'immagine appare come spinta fuori dal nulla per materializzarsi, attraverso l'etere, innanzi ai nostri occhi affinché fossimo testimoni dell'atto creativo. Completa il dipinto una sentinella a protezione del villaggio, proponendo il presentarsi istantaneo del sistema degli eoni, da intendere in senso cristiano e cattolico come mondo del bene e del male e non nel più generico senso gnostico.


Claudio Gualtiero Maria Sala




Leone - 70,5x80,5 acrilico su mestica e iuta (2001)

Collezione privata

Presentazione Dell'Autore

Nel ciclo Africa, Leone si ricollega oniricamente al concetto della Creazione e come in Rino propone la necessità della protezione del villaggio con sentinelle, sottolineando indirettamente come bene e male si contrappongano sempre, evidenziando di conseguenza la necessità di vigilare costantemente sul male. Bisogna tenere sbarrata la porta.

Qui, però, è maggiormente evidente il tema della bellezza del Creato in ogni suo aspetto che bisogna a tutti i costi proteggere e salvare. L'oggetto Leone viene, infatti, corteggiato da un approfondito studio anatomico che arricchisce e completa la percezione onirica a soggetto della composizione. 

Inoltre, la ricerca del colore e della luce era necessario venissero spinte molto rispetto alla maggior parte dei miei dipinti. In questa mia opera, infatti, l'esperienza classica, di artisti straordinari come Veronese e Tintoretto, risalta con maggiore evidenza nei molti e separati piccoli tocchi di diverso colore. Questi, infatti, trovandosi ravvicinati accelerano le particelle elettromagnetiche del colore che ritorna ai nostri occhi con maggiore velocità e quindi luminosità. Persino il nero, grazie a sottili tocchi di blu, restituisce luce. 


Claudio Gualtiero Maria Sala







Le Miniature del ciclo Africa



Presentazione Dell'Autore


Nel ciclo Africa, Le Miniature contengono, in generale, tutti i contenuti emotivi e concettuali dei formati più grandi. 

Si tratta di piccoli lavori su cui, ritenni necessario, fissare rapidamente parti delle emozioni che visivamente riemergevano nella mia mente, e che spesso servirono anche come studi e preliminari sperimentazioni facenti parte di un successivo e più completo atto artistico (non amo usare il termine creativo).


Claudio Gualtiero Maria Sala




Zebra - 27x14 su tavoloccia 37x24 acrilico su legno (2000)

In catalogo



Leone - 13x15 acrilico su legno (2000)

In catalogo



Ghepardi nomadi - 18x11 acrilico su legno (2000)

Collezione privata



Rino che mangia - 20x13 acrilico su legno (2000)

In catalogo



Gnu - 21x13 acrilico su legno (2000)

In catalogo



Ghepardi - 18x11 acrilico su legno (1999)

In catalogo



Leone - 25x17 acrilico su legno (1999)


In catalogo






Dal Ciclo: Marine e Laghi



Presentazione dell'Autore


In questo ciclo metto due o più quadri in contrasto, perché si comprendessero meglio. In sostanza se esponessi un solo quadro  con dipinto dei cerchi di diverso colore posti lungo una parete bianca, disordinatamente dall'alto verso il basso, mi verrebbe difficile far comprendere di che si tratta. Se però mostrassi un altro quadro con gli stessi cerchi appesi ordinatamente ad un chiodo alla parete, allora sarebbe facile farne capire subito il senso, vale a dire dei cerchi che ad un certo punto cadono giù.

Al sole, Il Mare, ed altri esprimono la quiete di una vacanza goduta nella totale immersione in una natura avvolgente e cheta. Inquietudine serale sul finire della vacanza, Vacanze e sole al finire, L'Attesa ed altri, esprimono invece un'assenza, un vuoto per qualcosa di prezioso di cui, nel precedente quadro, godevamo e che adesso appare come perduto o meglio solo un ricordo.

Nel Lago Immaginario, invece, i due sentimenti in contrasto coesistono.

Il marginale aspetto metafisico, in queste mie opere, è  generato da una situazione reale rivissuta nella memoria e non con l'inserimento di oggetti fuori contesto come nella Metafisica di De Chirico.

Ci troviamo nel Metarealismo, in metafore che scaturiscono dal sentimento d'amore per la natura, la famiglia e il timore di perderle, un invito a mantenerne saldi i valori.



Claudio Gualtiero Maria Sala



Al Sole - 130,5x65,5 olio su mestica e iuta (1995)

Collezione privata



Inquietudine serale sul finire della vacanza - 130,5x65,5 olio su mestica e iuta (1995)

Collezione privata



Il Mare - 48x28 olio su legno (1996)


In catalogo


L'Attesa, I - 30x25 olio su legno (1996)

Collezione privata



Vacanze e sole al finire - 80x60 olio su tela (1993)

In catalogo



l'Attesa, II - 220x150 olio su tela (1998)

Collezione privata



Nel lago immaginario - 120,5x70,5 olio su mestica e iuta (1997)

In catalogo

Presentazione Dell'Autore

Dal ciclo Marine e Laghi, Nel Lago Immaginario si rappresenta il sentimento d'amore e protezione verso la propria famiglia scaturente dal timore di perderla o sgretolarla a causa di problematiche di coppia o familiari. In quest'opera, quindi, coesistono i due elementi in contrasto che provocano lo scaturire ed il formarsi onirico dell'immagine pittorica. 

La prospettiva geometrica è quasi assente e le linee rette suscitano inquietudine nel sovrapporsi di elementi meno importanti e distraenti, il che lascia che sia la prospettiva atmosferica a catturare l'attenzione verso il centro della composizione, dove l'acqua, che sembra sgorgare rapida da un fiume, si allarga  in lago e abbraccia, rigenera e sana la famiglia come in un battesimo. 

L'aspetto marginalmente metafisico è generato da una situazione reale in contrasto rivissuta nella memoria ed anche dalle linee rette che segmentano la ricostruzione onirica. Nella Metafisica di De Chirico, invece, l'inquietudine è generata con l'inserimento di oggetti fuori contesto. 

Qui, ci troviamo nel Metarealismo, in una metafora che ci invita a mantenere ben saldi i fondamentali valori della famiglia.



Claudio Gualtiero Maria Sala




La casa in collina e il lago che non si vede - 5ox70 olio su tela (1994)

Collezione privata

Presentazione Dell'Autore

Nel ciclo Marine e laghi, La casa in collina e il lago che non si vede, come anche Il lago in collina, quello immaginario che prima non si vedeva, riportano frammenti dell'inquietudine e delle emozioni  risoltesi poi qualche anno dopo ed espresse nell'opera Nel lago immaginario.  


Claudio Gualtiero Maria Sala




Il lago in collina, quello immaginario che prima non si vedeva - 9x12 olio su legno (1996)

Collezione privata

Presentazione Dell'Autore

Nel ciclo Marine e laghi, Il lago in collina, quello immaginario che prima non si vedeva, segna una svolta nelle emozioni ed inquietudini di quel periodo, il laghetto appare tra pensieri e visioni.  L'acqua, nel suo apparire, esplicitò subito: Battesimo, rinascita.

Un anno dopo seguirà Nel Lago Immaginario.


Claudio Gualtiero Maria Sala




Dal Ciclo: Grafiche


Presentazione Dell'Autore


Questo ciclo è il primo e rappresenta le fondamenta del Metarealismo.

In questa prima fase artistica cercai di caratterizzare subito il mio approccio con la tela bianca, sentivo di dovere scardinare i valori estetici illuministici del Settecento. Mi tornava in mente prepotentemente ed incessantemente il precedente titanico scontro tra i più grandi artisti del passato, le cui scelte si dibattevano nell'atavico dualismo tra estetica e sentimento come anche tra estetica e valore concettuale, una logorante dicotomia di percorso.

Visto che non volevo assolutamente condividere la direzione dell'arte contemporanea e comunque dovevo scavalcare quello scomodo antico dualismo, sia per la mia propensione al sentimento come anche per la mia cultura e la forte propensione per le analisi speculative, decisi di sterzare nettamente ed invertire la rotta.

Il Soggetto per i miei quadri sarà sempre un'emozione, un sentimento; pertanto, la capacità speculativa e la tecnica pittorica saranno asservite al nuovo soggetto della composizione.

In questa mia prima fase artistica, nella ricerca della giusta direzione, mi concentrai sulle più semplici emozioni che avevano una base quasi esclusivamente onirica e badai semplicemente a tenermi lontano dal Surrealismo e dall'Espressionismo. Trovai pertanto più semplice affidarmi al tratto espressivo ed immediato del carboncino ed anche in pittura ne conservai il tratto. Un'eccezione è Roma Caput Mundi, sul quale quadro avevo puntato sperimentalmente per scavalcare quella prima fase artistica ed approdare ad un maturo e definitivo modo di fare arte.


Claudio Gualtiero Maria Sala



 


Preludio al sereno, Comitini Piazza Galileo - 80x60 olio su tela (1985)

In catalogo

Presentazione Dell'Autore

Nel ciclo Grafiche, Preludio al sereno, Comitini Piazza Galileo è la ripresa di un'emozione vissuta intorno al 1967 ed abbozzata su una tela senza averne trovato la soluzione cromatica. Nel 1985 riordinando il mio studio ritrovai dietro alcune tele bianche questo mio abbozzo assieme ad un altro pure irrisolto L'Ingiuria.

Rivedendo quei lavori, ricordai subito l'emozione che li aveva generato, adesso però avevo tutte le armi bene affilate ed una piena consapevolezza della mia arte. Salvando la corposità della pennellata ed il tratto grafico diedi colore al quadro ed in fine aggiunsi le linee orizzontali e verticali che segmentano il riemergere della visione onirica. 

Andavo spessissimo a Comitini; la grande casa di Palazzo Bongiorno, che si sviluppa in due ale e su tre piani, era allora abitata da mia nonna Emilia e dalle sorelle Filippa e Mariannina ed in una delle due ale principali abitava lo zio Gerlando con la moglie Laura sorella di mia Madre. Quando andavo lì, da solo o con i mie genitori e mio fratello, occupavamo una camera prospiciente al primo piano su Piazza Galilei, lì avevo il cavalletto i colori e quanto servisse a pittura e disegno.

Il giorno in cui abbozzai Preludio al sereno, cadeva giù tanta acqua con grande scroscio e lampi seguiti da reboanti tuoni, la luce però squarciava prepotentemente le nuvole e contrastando lampi, tuoni e scroscio preludeva al sereno. È una metafora della Speranza, nella vita spesso le cose si risolvono attendendo o agendo, talvolta soltanto si accomodano o si alleviano. La Speranza, però, dobbiamo sempre tenerla viva.


Claudio Gualtiero Maria Sala




L'Ingiuria - 60x80 olio su tela (1990)

In catalogo

Presentazione Dell'Artista

Nel ciclo Grafico, L'Ingiuria, come o già detto, è la ripresa di un'emozione vissuta intorno al 1967 ed abbozzata su una tela senza averne trovato la soluzione cromatica. Nel 1985 riordinando il mio studio ritrovai dietro alcune tele bianche questo mio abbozzo assieme ad un altro pure irrisolto che era Preludio al sereno.

Rivedendo quei lavori, ricordai subito l'emozione che li aveva generato, adesso però avevo tutte le armi bene affilate ed una piena consapevolezza della mia arte. Salvando anche qui la corposità della pennellata ed il tratto grafico diedi colore al quadro ed in fine aggiunsi le linee orizzontali e verticali che segmentano il riemergere della visione onirica, segno tecnico anche questo del Metarealismo.

Il colore tagliente, come le stesse linee che lo tratteggiano, evidenzia la crudezza dello schiaffo morale che una società indifferente regala al sofferente, al povero, al mutilato, al soldato utilizzato e poi abbandonato, alla donna quando vittima di violenza o omicidio, ai discriminati ecc....ecc....

L'Ingiuria è allegoria della sofferenza e dell'ingiustizia, ma anche metafora dell'indifferenza.


Claudio Gualtiero Maria Sala


 


Morte in miniera, Stretto Cuvello 25.09.1963 - 120,5x80,5 olio su mestica e iuta (1989)

In catalogo


Presentazione dell'Autore

Ricordo perfettamente, ancora oggi, quel lontano giorno del 25.09.1963; ero ancora un adolescente.

Nell'aria riecheggiavano urla strazianti di madri, mogli, figli e di tantissima gente che come impazzita s'aggirava tra i vicoli, nelle strade e nelle piazze, senza una direzione precisa, senza capire dove si trovasse. Quella gente sembrava spinta da una forza che dal di dentro, per non esplodere, li costringeva a fuggire, a correre.

Tre uomini erano morti nella miniera di Stretto Cuvello, in territorio di Comitini.

La vita e la morte si scontrano con estrema violenza, l'una con la prorompente esigenza di raggiungere il domani, l'altra con l'ineluttabile fine del presente.


Per ricordarli:

- Giuseppe Amico Giando (Comitini, 26.12.1931), operaio addetto alle pompe;

venne sorpreso da esalazioni tossiche di idrogeno solforato.

- Luigi Speciale (Caltanissetta, 1929), perito minerario. 

- Infuso Vincenzo (Comitini, 12.12.1929), sorvegliante.

Questi ultimi due eroici minatori, rimasero entrambi uccisi dalle esalazioni tossiche, 

nel vano tentativo di salvare il compagno Giuseppe Amico Giando.


Claudio Gualtiero Maria Sala




A passeggio con papà - 50x70 carboncino su carta (1975)

Collezione dell'autore


Presentazione dell'Autore

Ricordo che feci tre volte questo sogno, poi anni dopo l'ho disegnai e, da allora, non l'ho più risognato.

Ricordo che mi svegliavo rassicurato, spiegavo che papà mi conduceva per la via tenendomi per mano, come accadeva quando abitavamo a Canicattì ed andavamo alla Villa Comunale, cioè sino al 1959. Pensai che accadesse come per dirmi che finché ci fosse stato lui avrei avuto un punto di riferimento ed un appoggio sicuro.

Compresi profondamente quanto fosse importante avere degli affetti forti e quanto essi facessero forte un uomo nel carattere.

Per tanto tempo mi chiesi quali fossero gli elementi in contrasto, ed in che modo convergessero in un punto, e quale esso fosse, cosa che di solito accade nei sogni.

Col tempo mi spiegai che facevo quel sogno quando mi trovavo in particolari difficoltà e che, pertanto, poteva essere causato dalle mie paure o debolezze.

In tal caso, nel sonno, era possibile si mettessero in contrasto altri elementi della mia personalità, come l'equilibrio e la fortezza d'animo.


Claudio Gualtiero Maria Sala



Il secchio - 34x48 carboncino su carta (1975)

Collezione privata


Presentazione dell'Autore

Un ricordo onirico risalente all'inizio degli anni 60. Una donna in una viuzza del mio paese, in periodo di tardo autunno, attende il momento giusto per soffocare la carbonella di gusci di mandorle che sta formandosi nel secchio davanti a lei.

Quella carbonella, in pieno inverno, sarebbe stata utilizzata nei bracieri e nei tancini dentro casa.


Claudio Gualtiero Maria Sala


Zia Mariannina - 34x48 carboncino su carta (1975)

Collezione dell'autore


Presentazione dell'Autore

Un ricordo onirico risalente al 1962, della mia amata zia, sorella della mia nonna materna Emilia, in un cortiletto della nostra casa in paese.


Claudio Gualtiero Maria Sala 




Donna - 34x48 carboncino su carta (1970)

Collezione dell'autore


Presentazione dell'Artista

Una giovane figura femminile percorre una viuzza di Comitini, immagine fuggevole catturata nel balenare di un ricordo degli anni 60.


Claudio Gualtiero Maria Sala




La coppia - 50x70 carboncino su carta (1970)

Collezione dell'autore


Presentazione dell'Artista

In questo ricordo, scaturente in maggior parte da un paio di sogni, mi ero spiegato, per parecchio tempo, la coppia come il ricordo di mio fratello a passeggio con la fidanzatina di quel periodo. 

In seguito però, ponendomi alcune domande, trovai dei nessi con il quadro Incontro all'ignoto. Capii che in quella coppia vedevo me stesso con la mia fidanzatina con cui eravamo all'inizio di una crisi. Innanzi a noi, infatti, non si apriva un futuro, i miei timori erano fondati. Soffrii molto, poi, per quella separazione.


Claudio Gualtiero Maria Sala.


Mattè u carbunaru - 34x48 carboncino su carta (1975)

Collezione dell'autore


Presentazione dell'Autore

Anche questo è un ricordo onirico e risale al 1961. In quel tempo mio papà era stato trasferito da circa un anno da Canicattì ad Agrigento quale Direttore dell'Ufficio Registro ed in seguito anche Bollo e Demanio.

Abitavamo, allora, in un grande appartamento in via Porcello, i cui balconi si affacciavano anche al terzo piano sulla via Atenea.

Lì, la mattina molto presto, passavano alcuni ambulanti e tra questi Matte, un vecchio che carico ed imbrattato del suo sacco di prezioso carbone saliva dalla ripida via Porcello, assistito dal suo bastone e gridava a gran voce: Carbuniii, carbuniii, carbuni bonuuu!!

Era la nostra sveglia, e non solo quella. Ero piccolo ed anche un vero birbante, però quella sveglia mi insegnava a rispettare i più deboli e mi ripromettevo che quando avessi potuto avrei sempre dato una mano d'aiuto e soprattutto non mi sarei mai approfittato o arricchito alle spalle di altri.


Claudio Gualtiero Maria Sala




Il Ristorante - 50x70 carboncino su carta (1974)

Collezione dell'autore

Presentazione Dell'Autore

Il Ristorante, è un ricordo onirico dell'infanzia risalente probabilmente tra il 1958 ed il 1961.  Riguarda un viaggio che feci con i miei genitori nelle città di Roma, Bologna e Firenze. In quell'occasione, probabilmente a Bologna, mi persi dietro a qualcosa con grande preoccupazione dei miei, comunque, infine, tutto finì bene: tarallucci e vino per i miei genitori, palloncini per me e Micheluccio.


Claudio Gualtiero Maria Sala




Innanzi all'ignoto - 50x60 olio a paletta su cartoncino telato (1971)

Collezione dell'autore


Presentazione dell'Autore

Talvolta un uomo può sentirsi svuotato, solo, perso in un groviglio di sentimenti, emozioni, incertezze e paure.

Allora quando un senso di terribile oppressione ci fa sentire schiacciati e intrappolati, in un punto del presente tra passato e futuro, ci si muove o si fugge verso un futuro ignoto. Taluni, invece, pochissimi per fortuna, tra i ricordi del passato spengono il presente.


Claudio Gualtiero Maria Sala




Barche - 40x90 olio a paletta su tela (1969)

Collezione dell'autore

Presentazione Dell'Autore

Nel ciclo Grafico, Barche risale al periodo in cui utilizzavo il bianco e nero, come d'altronde per Preludio al Sereno e L'Ingiuria. Barche, però, mi sembrò subito compiuto, ne fui sodisfatto.

Queste sono all'ormeggio vicino la riva nel mare di San Leone, frazione marina di Agrigento, il mare appare calmo e i tratti in ombra sono interrotti dai soli riflessi della luce. Di questa immagine molto rimane incerto, non ben definito o meglio un non detto. Comunque, il Metarealismo è anche questo, cogliere un'emozione anche se indefinibile, indecifrabile, purché vera. 

L'immagine era Riemersa dai miei ricordi d'infanzia del 1960-1962, quando in estate stavo a San Leone con la Zia Elvira, sorella di mio nonno paterno Michele. Il villino era sul lungomare, separato dall'acqua da una decina di metri compresa la strada. 


Claudio Gualtiero Maria Sala



Bottiglie - 34x48 olio su cartoncino telato (1968)

Collezione dell'autore

Presentazione Dell'Autore

Bottiglie è una semplice ricerca sulla tensione tonale tra prospettiva e piano di lesina senza giocare sulla velatura o sfumatura delicata, anzi utilizzando un tratto marcato e materico.

Ovviamente esperimenti ne feci tantissimi, questo però lo tenni. 

Quella ricerca sulla sfumatura che tende a risucchiare il fondo verso le bottiglie mi parla ancora di sensibilità, delicatezza d'approccio, e di un'intelligenza che cerca e trova, anche se il tratto e l'insieme è ancora acerbo.


Claudio Gualtiero Maria Sala





Dal Ciclo: Classico


L'Ospitalità - 180x140 olio su tela (1996)

Collezione dell'autore


Presentazione Dell'Autore


Questa allegoria viene presentata con una prospettiva rovesciata, vale a dire, dal piano di lesina verso l'esterno. Le due figure femminili protendendosi verso lo spazio dello spettatore lo accolgono ed ospitano offrendo i loro doni. Esse rappresentano simbolicamente la casa, d'altronde è proprio la donna la prima casa di un essere umano nel cui ventre cresce e si forma, protetto ed amato ed è sempre la donna che nell'intreccio amoroso accoglie ed ospita in sé l'uomo.

Nella parete dietro riecheggiano graffiti ripresi da diverse grotte nel mondo, sono le pareti della più antica casa dell'uomo che lo ospitava e proteggeva, un altro ventre, offerto da madre terra. 

I graffiti ridondano anche nel piatto che diviene allegoria del mondo e la frutta lì contenuta un dono dal mondo per il mondo, senza alcuna distinzione razziale.

Dal braccio di una delle figure femminili pende una mezza moneta, l'altra metà pende dalla ghirlanda destinata agli ospiti, un antico scambio rituale per ricordare alle generazioni successive, che si fossero incontrate, che i loro antenati erano legati da profonda amicizia. Anticamente era, infatti, rarissimo fare lunghi viaggi.

La moneta riporta su una faccia uno scarabeo, augurio di buona fortuna, e sull'altra il geroglifico di Iside a simboleggiare un amore che sarà eterno.

Un insieme quindi di elementi simbolici e allegorici ritrovati e riuniti metaforicamente nell'emozione emersa dalla necessità di ritrovare e riproporre quell'antico sentimento dell'Ospitalità che porta in sé tanti valori importanti e necessari, sentimenti che durano e non si spengono. 

Tra questi valori emergono quello della casa, della famiglia, dell'amicizia, della pace, dell'apertura verso il mondo e le sue diversità, ma soprattutto l'altissimo valore della donna che qui diviene alare domestico, divinità della casa. 


Claudio Gualtiero Maria Sala




Comitini, tra passato e futuro - 60x40 olio su tela (1996)

Collezione privata


Presentazione Dell'Autore


Quando dipinsi questo quadro ero Sindaco del Comune di Comitini, ed insieme all'ufficio tecnico ci stavamo occupando del restauro del Palazzo Baronale Bellacera che si trova in alto accanto alla Chiesa Madre. A sinistra il Palazzo Vella, in cattivo stato di manutenzione, allora come oggi era mancante della loggia colonnata sull'ultimo piano. Inoltre, sulla parte centrale della seconda rampa di scale a tenaglia vi troneggia malamente ancora oggi un monumento ai caduti che molto meglio starebbe invece presso la villa comunale all'entrata del paese. Ho inserito a sinistra la statua di un Caruso simbolo del terribile lavoro nelle miniere di cui era prima ricco il paese. Al centro della tenaglia della prima rampa di scale ho inserito una classica fontanella monolitica in pietra.  

Questo viaggiare in un progetto per il futuro rese allora necessario cercare nel passato le radici di ciò che stavo cercando di ricostruire. Il mio modo metareale di scavare e cercare nella mente ben presto si fece sentire, così popolai la piazza con figure del passato, i miei genitori con mio fratello Michele ed io con i nostri palloncini; con figure del presente di allora, mia moglie Enza con la mia nipotina Emma.

L'aspetto onirico della mia pittura, era emerso spontaneo, in quel sentimento di volere ordinare, sanare, salvare, amare.


Claudio Gualtiero Maria Sala.




Roma Caput Mundi (Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa) - 120x80 olio su tela (1976)

collezione dell'autore


Presentazione Dell'Autore


La ricostruzione della città viene da una ricerca attenta di molti particolari, l'insieme prospettico vede invece la Chiesa di San Pietro molto più vicina a Castel Sant'Angelo, ed alcune raffigurazioni delle statue sono verosimili.

In Sostanza ci troviamo in una situazione tra ricostruzione reale, ricordo onirico e ricordo storico della Roma capitale dell'Impero romano e fulcro della cristianità. Il senso di grandezza della città emerge spinto in alto ed incoronato non solo da un cielo riconoscente ma sopratutto dal rispetto e dall'amore che questa città fa sorgere dal mio cuore e da quello di tutti.


Claudio Gualtiero Maria Sala




Il viaggio - 60x80 olio su tela (1980)

Collezione privata

Presentazione Dell'Autore

Nel ciclo Classico, Il Viaggio esprime entusiasmo, amore per la natura, coraggio e potenza fisica, voglia di andare per cercare e trovare, sì certamente, ma anche certezza di tornare nel porto sicuro e amato della propria donna e famiglia.

Sole innanzi, vento in poppa e vele gonfie, mare limpido, e gabbiani nel cielo amico. 

Tutto coincide con la descrizione della mia vita in quel periodo giovanile e straordinario.


Claudio Gualtiero Maria Sala






METAREALISMO 

Opere dal 2002




Dal Ciclo: Africa




Ghepardo - 12x6 su tavolozza sagomata 21,5x15,5 - acrilico su legno (2004)

In catalogo



Tre Gnu - 27x14 su tavolozza in legno 37,5x24,5 - acrilico su legno (2004)

In catalogo



Rientro al villaggio, fuori dall'Eden nel mondo degli eoni 

120,5x70,5 acrilico su iuta e mestica (2005)

In catalogo

Presentazione Dell'Autore

Nel ciclo Africa, Rientro al villaggio si ricollega oniricamente al concetto della Creazione e come in Rino propone la necessità della protezione del villaggio con sentinelle, sottolineando indirettamente come bene e male si contrappongano sempre, evidenziando di conseguenza la necessità di vigilare costantemente sul male. 

Bisogna tenere sbarrata la porta! 

Eoni, quindi da intendere in senso cristiano e cattolico nel senso di forze opposte del bene e del male e non certamente nel più ampio senso gnostico. 

Le sentinelle sono anche allegoria dei nostri princìpi morali ed etici che dobbiamo egualmente proteggere assieme alla nostra famiglia e società, se non vogliamo che esse si disgreghino dal loro interno.


E Dio disse a Caino: Genesi 4.7 «...il peccato è accovacciato alla tua porta: verso di te è il suo istinto, e tu lo dominerai.».


Caino però non tenne sbarrata la porta e il suo istinto lo travolse e vinse. 

E tu lo dominerai! Significa che è in nostro potere dominare il nostro istinto, chi cede alle piccole cose tanto più cederà alle grandi, bisogna tenere sbarrata la porta, non lasciare nessuna apertura neppure la più piccola.



Claudio Gualtiero Maria Sala




Sentinelle - 120,5x70,5 acrilico su iuta e mestica (2005)

Collezione privata

Presentazione Dell'Autore

Nel ciclo Africa, Sentinelle, allegoria dei principi morali ed etici, nel riproporre il più generale tema della straordinarietà della Creazione, focalizza con maggiore sintesi l'attenzione sul tema metaforicamente rappresentato da Rientro al villaggio.


Claudio Gualtiero Maria Sala.





Dal Ciclo: Velieri



Presentazione Dell'Autore


Nel ciclo dei velieri il tema dominante è il viaggio, metafora del percorso introspettivo che una coppia dovrebbe periodicamente intraprendere, guardando ad un orizzonte sereno e felice da raggiungere o costruire.

L'errore nel quale maggiormente cade la coppia è la trappola tesa dal sesso.

Se si costruisce un rapporto sulla spasmodica ricerca di nuove sensazioni corporee e fantasie erotiche, con la conseguente necessita di cambiamento continuo, si finisce col logorare presto la relazione. In tal proposito ricordo un ottimo libro di Milan Kundera: L'insostenibile leggerezza dell'essere.

Non è un problema morale o etico, ma soltanto un problema di relazione all'interno della coppia. Bisogna, a mio avviso, costruire il rapporto con maggiore dedizione e cura sul versante affettivo. L'amore profondo che lega due esseri in maniera completa fa ritenere il legame come indissolubile ed imprescindibile e ciò che si costruisce sopra si basa su comuni interessi ed obiettivi o comunque sul reciproco rispetto di tali esigenze. Il sesso ha grande importanza, certo, ma se messo alla base di una relazione ne determinerà in breve la rottura.

Ripeto non è un fatto morale o etico, è la corretta gestione di una relazione che coinvolge i figli, la casa e i parenti più prossimi.

Un rapporto di coppia non può essere vissuto in partenza, o nel suo portarsi avanti come qualcosa che si consuma o che si consumerà e quindi destinato a gettarsi via.

Ovviamente, il percorso non è spesso semplice né tantomeno facile, e talvolta, è vero, vi sono casi dove la migliore soluzione è un'immediata separazione.

Questo percorso suggerito dal mio dipinto è quindi destinato a chi si è amato profondamente, in un legame ritenuto sacro ed indissolubile. A questi suggerisco di intraprendere questo viaggio non privo di scossoni e venti che spingono talvolta in diverse direzioni. Queste coppie hanno, però, la luce calda di un grande affetto che li avvolge ed un traguardo in un porto sicuro i cui ormeggi già si conoscono.


Claudio Gualtiero Maria Sala




Iter - 80x100 olio su tela (2006)

In catalogo


Presentazione Dell'Autore

Nel ciclo dei Velieri, Iter rappresenta metaforicamente il necessario viaggio introspettivo della coppia. Viaggio che bisognerebbe fare sempre, anche quando non si è in crisi.


Claudio Gualtiero Maria Sala




Eolo in poppa - 100x70 olio su tela (2006)

In catalogo

Presentazione Dell'Autore

Nel ciclo dei Velieri, Eolo in poppa, rappresenta metaforicamente il successo della coppia che ha intrapreso il proprio e necessario viaggio introspettivo e che si avvia a raggiungere il traguardo di una unione solida ricca del proprio vissuto e dell'amore ritrovato.

Claudio Gualtiero Maria Sala



L'Arianna - 70x100 olio su tela (2006)

In catalogo

Presentazione Dell'Autore

Nel ciclo dei Velieri, L'Arianna, come gli altri quadri, rappresenta metaforicamente il necessario viaggio introspettivo della coppia.

Qui in particolare si allude allegoricamente ad Arianna che salva Teseo.


Claudio Gualtiero Maria Sala





Dal Ciclo: Classico

La rinascita (Nuova Resurrezione) - 120x150 olio su tela (2002)

Collezione privata del Museo d'Arte Moderna di Gibellina


Presentazione dell'Autore

L'Opera rappresenta la rinascita sociale come unica Nuova Resurrezione possibile, il cui realizzarsi passa attraverso il recupero dei valori della famiglia, dell'amore e della religiosità. Tali valori spingono infatti la coppia, nucleo fondamentale della società, a lavorare ed a battersi per consegnare alle future generazioni una terra in buona salute e ricca di uomini migliori.

Lo spazio astronomico sul fondo riporta una mappa stellare estiva, tangenzialmente a tale spazio sé ne sviluppa un secondo, tra reale, mitologico e fantastico.

La famosa Nebulosa dell'Aquila avvolge ed accompagna la famiglia. La sua posizione, nello spazio astronomico rappresentato sullo sfondo, corrisponde con quello degli artigli della Fenice (costellazione Serpens Cauda), alludendo che essa assuntene le sembianze ci suggerisce quei valori umani che sono a fondamento di una rinascita spirituale e sociale.

L'astronomo R. Burnham definiva la Nebulosa dell' Aquila "stella regina", perché nel suo profilo scorgeva una regina assisa.

Tale figura nel dipinto corrisponde a quella del bambino, allegoria delle future generazioni a cui sarà consegnata ogni cosa.

Il reale col fantastico si inseguono ed intrecciano guidati dalla ragione e dal sentimento, elementi che scaturiscono dalla necessità di una resurrezione spirituale che recuperi e rimodelli i valori della famiglia in cui Dio sia stato ritrovato.


Claudio Gualtiero Maria Sala